Dopo un mese di complimenti alla Meloni, De Luca ha iniziato ad attaccare il nuovo governo
C'è voluto un mese: prima complimenti e auguri, ora arrivano le bordate. Vincenzo De Luca passa all'attacco: ad un mese dalle Elezioni politiche che hanno portato la destra al governo, ha iniziato coi primi attacchi al governo guidato da Giorgia Meloni.
Fino a qualche giorno fa De Luca si era distinto per dichiarazioni al miele: Meloni, aveva detto, «Ha mostrato grande intelligenza immediatamente dopo il risultato elettorale, grande equilibrio, prudenza, pur consapevole della pesantezza dei problemi». Poi aveva concordato sull'eliminazione del tetto per denaro contante (solo parzialmente modificato) e ovviamente d'accordo anche sull'eliminazione del reddito di cittadinanza.
È da qualche giorno che il presidente della giunta regionale della Campania ha iniziato con le bordate al governo Meloni. Forse è l'odore di congresso Pd o forse sono i temi su cui la presidente del Consiglio ha messo mano. È bastato infatti toccare l'argomento pandemia per farlo infervorare. La questione dei medici no-vax su tutti:
Il reintegro dei medici senza vaccino è un atto di totale irreponsabilità, che offende i medici che hanno dato una prova sulla deontologia e offende i pazienti, facendo solo demagogia. È intollerabile.
Così la Campania sta continuando a emettere quotidianamente il suo bollettino dei contagi Covid (quello nazionale è ora settimanale) e non solo: poco fa De Luca con una direttiva ha chiesto agli ospedali della Campania che i medici no-vax reintegrati dal governo non dovranno stare a contatto coi pazienti per tutelarne la salute.
Oggi De Luca – che sulle ordinanze da sceriffo si è distinto prima da sindaco a Salerno e poi da governatore in tempo di pandemia Covid – ha bocciato la norma anti-rave party varata dal ministro dell'Interno:
Io credo che si possano fare delle scelte efficaci sul piano della sicurezza, ma rispettose dei diritti dei cittadini. Io sono per garantire sempre il rispetto delle leggi dello Stato, non dobbiamo avere imbarazzi nel rivendicare l'esigenza della sicurezza, così come non dobbiamo avere imbarazzi nel denunciare l'esagerazione come quella che troviamo nell'ipotesi di decreto presentata dal governo.
Sinceramente mi pare che andiamo oltre l'esigenza giusta di garantire sicurezza e offriamo un provvedimento che si espone da tanti punti di vista a criticità che vanno superate nel dibattito parlamentare.