Dopo la morte di Enzo e Vida Shahvalad, in Iran la ragazza raccontata come una “poco di buono”: la denuncia di Alfredo Nocerino
Vincenzo Nocerino e Vida Shahvalad si amavano. La ragazza iraniana studiava in Italia, a Caserta e viveva a Napoli, era stimata e apprezzata, molta gente le voleva bene e la apprezzava per il suo carattere e la sua dolcezza. Vida Shahvalad sarebbe dovuta essere considerata un orgoglio anche in l'Iran, il Paese da cui proviene.
Ma le cose nel mondo reale vanno diversamente. E vanno in un modo difficile da immaginare se partiamo dalla tragedia dell'area Nord di Napoli. La tragica morte dei due fidanzati ventenni, avvenuta in un'auto, all'interno di un garage al rione Kennedy di Secondigliano sabato 16 marzo, probabile conseguenza dell'avvelenamento dal monossido di carbonio dello scarico della vettura, è arrivata distorta in Iran, paese natale della famiglia di Vida.
Lì la repubblica islamica e i dettami della polizia morale di Tehran, ben altra idea hanno del ruolo della donna nella società , come ha dimostrato la morte di Mahsa Amini, la giovane donna donna iraniana morta per essersi opposta all'hijab obbligatorio. Vida Shahvalad è stata purtroppo dipinta, distorcendo totalmente quanto accaduto, per quella che non era, ovvero una sorta di «poco di buono».
La circostanza emerge nella puntata odierna di uno dei talk radiofonici più popolari di Napoli, "la Radiazza", in onda su Radio Marte. Gianni Simioli e Serena Li Calzi offrono il microfono ad Alfredo Nocerino, il papà del povero Vincenzo. In queste ore Alfredo sta sbrigando l'orribile burocrazia connessa alla morte delle persone care che perdono la vita in circostanze non lineari, andare al tribunale, chiedere l'autorizzazione alla cremazione una volta concluse le risultanze dell'autopsia, attendere il dissequestro della salma, organizzare le esequie del figlio. «Enzo non era solo un figlio era un amico, un fratello» dice il genitore, evidentemente distrutto.
Dopo i rilievi autoptici disposti dalla Procura della Repubblica di Napoli – occorre infatti chiarire senza ombra di dubbi le circostanze della morte, anche se quasi certo che si tratti di una disgrazia, una incredibile disgrazia – la salma di Vida sarà trasportata in Iran, a disposizione della famiglia per la sepoltura. «Ho parlato con un amico della famiglia – dice Alfredo in onda alla "Radiazza". E la famiglia sta male. C'è un pezzo del tg iraniano in cui si parla di Vida. Questa ragazza è venuta in casa mia e io penso di avere dei principi sani. Non è giusto che debba essere denigrata o derisa. Era una ragazza che studiava».
Il parlamentare Francesco Emilio Borrelli, in diretta, ha spiegato che chiederà al ministero degli Esteri italiano un supporto per spiegare alle autorità iraniane l'esatto accaduto, in modo da non creare disinformazione sugli eventi tragici avvenuti a Napoli pochi giorni fa. Potrebbe essere questo uno dei primi incarichi per Paola Amadei, da poche ore la nuova ambasciatrice d'Italia a Teheran, diventando così la prima donna a guidare l'Ambasciata d'Italia in Iran.