Don Patriciello racconta cosa scrisse a Giorgia Meloni per convincerla a venire al Parco Verde di Caivano
Maurizio Patriciello, parroco di Caivano nella chiesa San Paolo Apostolo del Parco Verde, è andato in audizione alla commissione parlamentare antimafia presieduta da Chiara Colosimo. Sotto scorta per gravi minacce, Patriciello è attualmente considerato una delle personalità campane più vicine alla premier Giorgia Meloni con la quale ha un contatto diretto.
E proprio del rapporto con la presidente del Consiglio dei ministri Patriciello parla nella sua audizione a Palazzo San Macuto. Il momento in cui il prete scrive alla premier dopo la violenza sessuale ai danni delle due ragazzine nel centro "Delphinia", struttura sportiva dismessa e oggi recuperata dalla struttura commissariale di governo (per quella violenza. c'è stata una condanna, ad agosto 2024, di 3 dei 7 minorenni coinvolti).
«Volete che vi racconti il messaggio? Ve lo leggo». È il 25 agosto 2023, Patriciello ha evidentemente il numero telefonico diretto della premier, perché la contatta direttamente. «Scrivo Giorgia – mi prendo questa libertà di chiamarla per nome – ho il cuore lacerato, sono tutti ragazzini. Vittime e carnefici. Vieni, facci sentire italiani, europei. Vieni a vedere come sopravvivono i dannati del Parco Verde».
Qualche giorno dopo, il sacerdote invia un secondo messaggio: «Giorgia, che dici, vieni? Ti aspettiamo a braccia aperte». Il 31 agosto arriva la risposta: «Ci provo padre Maurizio». «Il 31 agosto è arrivata una prima risposta e dopo 8 giorni è arrivato mezzo governo». «Oggi c'è un gioiellino che è il centro sportivo». Don Patricello ha poi detto ancora: «Penso che in questi giorni possa accadere qualcosa di doloroso. Bisogna stare attenti a dire le parole. Voglio illudermi di vivere in uno Stato democratico e civile, abbiamo chiesto aiuto».
Gli sgomberi di questi giorni al Parco verde di Caivano
Patriciello ha anche raccontato la fase attuale, con gli sgomberi coatti avviati qualche giorno fa. «Grazie a Dio abbiamo il prefetto Michele Di Bari che è arrivato a ‘Parco Verde' e ha aperto un dialogo con gli abitanti. Ora hanno valutato di mettere fuori 36 famiglie, è bastata questa cosa per farmi mettere in croce», ha aggiunto.
«La Chiesa dopo quegli sgomberi è stata presidiata, oltre 1000 agenti delle forze dell'ordine; a me, che già sto sotto scorta, hanno consigliato di fare molta attenzione e mi hanno dato la nomea di aver chiuso la chiesa a chi moriva di freddo – ha detto – tra queste 36 famiglie che hanno dovuto lasciare la casa c'è chi ha sbagliato e anche chi si stava riprendendo». «Sono arrivati come avvoltoi destra e sinistra – ha aggiunto – e c'è chi ha ritratto donne sotto coperte con il simbolo della falce e martello. È stato un errore gravissimo, ne hanno fatto un problema di parte. I fratelli che hanno messo la bandiera rossa hanno fatto un errore strategico immenso».