Domenico, 24 anni, in coma da un anno dopo un incidente. La mamma: “Chi sa cos’è successo mi scriva”
È la notte tra sabato 5 e domenica 6 settembre 2020, quando una Renault Capture, che sta transitando sull'autostrada A1 Milano-Napoli sulla carreggiata in direzione Napoli, all'altezza di Teano, in provincia di Caserta, finisce coinvolta in un incidente stradale con più veicoli, tra cui un tir.
A bordo dell'automobile c'è Domenico Caputo, un ragazzo che oggi ha 24 anni, figlio di Giuseppina Catauro, che oggi non si dà pace. Il ragazzo è in coma da più di un anno e, da allora, non sono state ancora chiarite le dinamiche dell'incidente. Con l'obiettivo di capire cosa sia successo quella notte, Giuseppina ha scritto un post su Facebook, lanciando un appello ad eventuali altri automobilisti presenti su quel tratto di strada al momento dell'impatto.
«Prego chiunque, purtroppo a distanza di un anno dall'accaduto, sia stato testimone della dinamica – scrive la mamma di Domenico – e riesca a ricordare un qualsiasi dettaglio, come lo scoppio di una ruota, un tamponamento, il passaggio di un animale vagate o qualsiasi altro motivo, di contattarmi in privato».
L'auto di Domenico è finita fuori strada ribaltandosi
Nel lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook, Giuseppina ha fornito numerosi dettagli con l'obiettivo di trovare un testimone dell'incidente che possa spiegargli cosa sia accaduto quella maledetta notte. L'incidente è avvenuto alle 2 circa, tra il 5 e il 6 settembre dello scorso anno. Il violento scontro si è verificato subito dopo l'area di servizio sulla carreggiata in direzione Napoli, sull'A1 all'altezza di Teano.
Dopo l'impatto, l'automobile di Domenico è finita fuori strada sul lato destro della carreggiata, in un tratto privo di guard rail. Lo scontro con gli altri veicoli coinvolti è stato tanto violento che l'auto del ragazzo si è ribaltata. Giuseppina conclude un post dichiarando la sua necessità di sapere come si siano svolti i fatti: «Mio figlio è in coma da più di un anno ed io ho bisogno di sapere, per cui vi prego di condividere, grazie».
