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Domenica in piazzetta il giorno dopo la morte di Arcangelo. “Non era il cugino di Renato, non siamo parenti dei Caiafa”

Dopo il clamore seguito alla morte di Arcangelo Correra, in via dei Tribunali a Napoli nessuno parla, se non per pochi momenti per ricordare il ragazzo. Intanto proseguono le indagini.
A cura di Gaia Martignetti
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Arcangelo Correra
Arcangelo Correra

C'è silenzio a via dei Tribunali a Napoli. Nessuno ha voglia di parlare e molti, forse, vorrebbero dimenticare. Ma non è possibile. Non è possibile perché a pochi passi, a piazzetta Sedil Capuano, ci sono ancora i segni di una città che ha sepolto di nuovo una parte del suo futuro.

In silenzio, gli amici e i parenti di Arcangelo Correra, osservano ciò che resta di quello che è stato definito "un gioco finito male" o un "colpo partito per sbaglio". Tutte ipotesi al centro delle indagini. Nessuno riesce a spiegarsi cosa sia accaduto. A saperlo sono in pochi. Uno avrà 18 anni per sempre ed è in attesa di una degna sepoltura. L'altro è un suo amico, si chiama Renato Caiafa e ha lungamente spiegato la dinamica di quanto avvenuto in Questura. Il resto sono eventuali testimoni che potrebbero aggiungere nuovi tasselli alla storia.

Nel viavai di una domenica che non è come le altre, è il ricordo di Arcangelo Correra  l'unica cosa che riesce a interrompere il silenzio. "Aveva da poco compiuto 18 anni, volevo regalargli l'iscrizione alla scuola guida. Ne avevamo parlato venerdì, dovevo regalagli anche un viaggio", spiega una delle tante persone che ha cresciuto il giovane, come se fosse un figlio suo. Tutti quando ne parlano utilizzano il presente. E chiedono rispetto per un dolore improvviso e inaspettato.

La famiglia, chiusa nel dolore, è schermata da amici, parenti e conoscenti che entrano ed escono dalla casa, qualcuno si ferma fuori il portone. Uno di questi è il fratello del padre di Arcangelo e zio del ragazzo. Che ci consegna poche parole da parte del padre e della madre, Alessandro e Antonella Correra, che "smentiscono categoricamente qualsiasi legame di parentela con la famiglia Caiafa, frutto di pura fantasia".

Il resto sono i ricordi di un ragazzo figlio del quartiere in cui è cresciuto. E che alcune ore prima si era trovato in piazza con alcuni amici, tra cui Renato Caiafa. Nessuno, continuano i presenti, riesce a spiegarsi cosa sia accaduto. "Da bambino aveva già la passione per la pesca. Se domani vai alla pescheria più avanti ti raccontano che lo faceva nelle loro vasche" aggiungono. "Non troverai nessuno, qui, che ti parlerà male di Arcangelo".

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