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Notizie sull'omicidio di Antonio Natale a Caivano

“Dome’, aiutami”: dopo gli spari Antonio Natale invocava l’amico, mandante dell’omicidio

Ricostruito il feroce omicidio di Antonio Natale, 22 anni, punito per il furto di un borsone di droga e armi; il corpo ritrovato a Caivano (Napoli) due settimane dop.
A cura di Nico Falco
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Antonio Natale, il 22enne ucciso a Caivano
Antonio Natale, il 22enne ucciso a Caivano
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Il killer che si volta all'indietro e spara verso Antonio Natale, seduto dietro nell'automobile, l'altro che lo incita a continuare, e il ragazzo che dopo i primi colpi chiede aiuto a quello che considera suo amico e che, in realtà, è stato individuato come mandante dell'omicidio: "Dome'… aiutami". Il feroce omicidio di camorra, maturato negli ambienti dello spaccio del Parco Verde di Caivano (Napoli), viene ricostruito nell'ordinanza eseguita oggi che Fanpage.it ha potuto visionare: sarebbe stato la punizione per un borsone di armi e droga rubato e il monito per chiunque provasse "alzate di testa" nel gruppo criminale.

Stamattina, 29 novembre, militari hanno eseguito una misura cautelare per altre tre persone: oltre a Domenico Bervicato, già arrestato ad aprile, sono finiti in carcere Emanuele D'Agostino, 26 anni, Bruno Avventurato, 48 anni, dell'omonimo clan di Acerra, e Gennaro Pacilio, 56 anni, quest'ultimo ritenuto esecutore materiale e descritto da un collaboratore di giustizia come così spiegato da uccidere, per soldi, anche i propri figli.

La scomparsa di Antonio Natale

Le indagini erano cominciate il 4 ottobre 2021, quando i familiari di Antonio Natale ne avevano denunciato la scomparsa. Ed erano emersi sin da subito i suoi legami col sistema droga del Parco Verde, e in particolare con Domenico Bervicato, l'ultimo a vederlo in vita; ascoltato, il giovane aveva raccontato agli inquirenti di essersi incontrato con Natale, di essere andato con lui a fare shopping a Napoli e di averlo poi lasciato, su sua richiesta, nelle palazzine del Bronx di via Atellana.

In quei giorni i familiari avevano lanciato numerosi appelli, avevano intuito che il 22enne fosse stato ammazzato, avevano chiesto almeno che venisse restituito il corpo. E i Bervicato, i cui nomi erano iniziati a circolare, si erano presentati spontaneamente dai carabinieri e in una diretta Facebook si erano detti innocenti: "Gli volevamo bene".

Il corpo era stato ritrovato nelle campagne di Casola, frazione di Caivano, il 18 ottobre. In avanzato stato di decomposizione, tanto che era stato riconosciuto dai vestiti e dai tatuaggi. E l'esame medico aveva confermato: era stato ammazzato, con diversi colpi di pistola.

L'omicidio in automobile: "Dome', aiutami"

Le misure cautelari sono state eseguite dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, al termine di indagini coordinate dalla Dda di Napoli (sostituto procuratore Giorgia De Ponte e Anna Frasca). Quello che è successo nell'automobile, una Smart bianca e rossa, è stato ricostruito sulla scorta delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia.

Secondo il racconto, ritenuto attendibile dagli inquirenti, alla guida della vettura c'era Domenico Bervicato, che poco prima aveva prelevato Natale con la scusa di andare a fare compere a Napoli ma con un pretesto era andato ad Acerra a prendere D'Agostino e Pacilio. L'omicidio era avvenuto con l'auto in movimento, all'altezza dell'asse mediano: Pacilio si era voltato e aveva sparato, mentre Natale invocava aiuto chiamando Bervicato. Poi, il colpo di grazia, alla testa. Il corpo era stato poi abbandonato nel terreno dove sarebbe stato ritrovato quasi due settimane dopo.

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