Domani i funerali di Alessandro, il 13enne morto a Gragnano. Sei indagati: istigazione al suicidio
Si svolgeranno domani, 7 settembre, i funerali di Alessandro, il 13enne deceduto a Gragnano (Napoli) nella mattinata del 1 settembre, precipitato dalla sua abitazione, al quarto piano di un edificio di via Lamma. L'autopsia si è svolta oggi, al termine della quale è stata liberata la salma dando il via libera per le esequie, che si terranno alle ore 11 nel Chiostro di Sant'Agostino, a Gragnano; per la giornata il sindaco Nello D'Auria ha proclamato il lutto cittadino.
Sulla vicenda la Procura di Torre Annunziata ha avviato una indagine: l'ipotesi è che il ragazzo si sia lanciato volontariamente, spinto al suicidio perché vittima di bullismo. Le indagini sono affidate ai carabinieri di Gragnano, che in questi giorni stanno cercando di ricostruire le ultime ore del 13. In un primo momento si era parlato di un incidente, ritenendo che il giovane, che a detta dei genitori non aveva mai manifestato in casa segni di insofferenza, fosse caduto mentre si sporgeva dalla finestra per cercare di sistemare i cavi dell'antenna del televisore.
L'ipotesi delle vessazioni era emersa proprio dal cellulare, acquisito dagli inquirenti: nel telefonino sono stati trovati alcuni messaggi di insulti e di offese, tra i quali "ucciditi" e "buttati giù", che hanno portato a ritenere che il ragazzino fosse stato preso di mira da alcuni coetanei. I militari hanno individuato sei giovanissimi (due maggiorenni, di cui un ragazzo e una ragazza, e quattro minorenni), tra i quali ci sarebbe anche una ex fidanzata di Alessandro, che avrebbe fatto parte del gruppetto; sono indagati a piede libero per istigazione al suicidio.
Il post del carabiniere: "Se allevi conigli non avrai leoni"
Aveva fatto scalpore il post su Linkedin di un istruttore carabiniere che, commentando la morte del 13enne, aveva scritto "se allevi conigli non puoi pretendere leoni". La vicenda era emersa grazie a Matteo Flora, imprenditore e presenza storica del web e presidente di PermessoNegato APS, l'associazione no profit di promozione sociale che si occupa di supporto tecnologico alle vittime di Revenge Porn, che ne aveva parlato in un video. L'Arma dei Carabinieri ha immediatamente preso le distanze da quelle affermazioni e ha comunicato di avere avviato un procedimento disciplinare nei confronti del militare.
Successivamente Antonio Serpi, segretario generale del Sim Carabinieri, ha definito quella frase come "un atto di bullismo gravissimo, che non può stare in bocca a chi indossa la divisa dell'Arma" e a nome del sindacato che rappresenta ha espresso "vicinanza alla famiglia della vittima per la grave tragedia che li ha colpiti e le offese ingiustificate". "Intendo però stigmatizzare – ha proseguito Serpi – l'attività denigratoria di certi leoni da tastiera che non hanno perso l'occasione di cavalcare le gravi affermazioni, rese a titolo personale da un cittadino seppur ufficiale dell'Arma, cercando in maniera distorta di attribuirle a una sana Istituzione, quella dei Carabinieri, sempre attenta al ruolo sociale svolto dai suoi militari".