Domani dipendenti del Castello delle Cerimonie in corteo: “Non chiudete La Sonrisa, ci lavorano centinaia di persone”
Bandierine e uno striscione, nessun coro perché sarà una marcia silenziosa e ci saranno le facce note alle persone che hanno messo almeno una volta il piede all'interno del ristorante Grand hotel "La Sonrisa" di Sant'Antonio Abate, noto in tv come il "Castello delle cerimonie" oggi confiscato ai proprietari, la famiglia Polese, dopo un lungo processo per lottizzazione abusiva e finito nelle disponibilità dell'Amministrazione comunale di Sant'Antonio Abate.
Gaetano Davide, il "gigante buono", storico cameriere della struttura e influencer sui social, guida la mobilitazione in programma giovedì 22 febbraio alle 9.30 davanti alla struttura specializzata in "matrimoni napoletani da sogno": «Vogliamo far capire alle istituzioni che non ci sono solo le mura del Castello, ci sono anche le famiglie che vivono con quest'attività».
I Polese non prenderanno parte dalla mobilitazione, ci saranno invece dipendenti fissi e stagionali, manutentori, aziende che lavorano nell'indotto, musicisti e cantanti neomelodici. L'elenco delle figure professionali presenti è imponente: maitre; camerieri; chef e personale di cucina; personale delle pulizie; personale delle camere; musicisti; giardinieri; manutentori; fornitori esterni; wedding planner; fotografi; fioristi.
C'è anche una raccolta di firme che circola sul web e contiene un appello per chiedere di garantire i livelli occupazionali della Sonrisa.
Siamo i lavoratori Grand Hotel Il castello – La Sonrisa – la storica struttura di Sant’Antonio Abate che dal 1988 ha dato e dà lavoro a centinaia di collaboratori ed ospita migliaia di persone provenienti da tutto il mondo per eventi ma anche per pernottamenti, favorita anche dalla sua posizione vicina sia a Pompei che alla Costiera Sorrentina e Amalfitana.
L’attività è stata gestita sempre con trasparenza, passione e professionalità dalla famiglia Polese tanto da diventare palcoscenico di eventi e trasmissioni importanti come “Napoli prima e dopo” trasmessa dalla Rai e “Il boss delle cerimonie” e attualmente “Il castello delle cerimonie” su Real Time.
La dedizione e l’amore per il proprio lavoro dell’intera famiglia Polese ha fatto sì che noi dipendenti e lavoratori stagionali e dell’indotto, diventassimo parte integrante della struttura sentendola come casa nostra oltre che luogo di lavoro. Ad esempio il maitre Ferdinando Romeo che lavora ininterrottamente da 35 anni.
Purtroppo tutta questa realtà lavorativa che rappresenta un sostentamento per tantissime famiglie, potrebbe finire da un momento all’altro a causa di una sentenza arrivata dopo trent’anni di battaglie legali.
Questo susseguirsi di battaglie legali, analizzate in 30 anni da mani e punti di vista diverse, non hanno tenuto in minima considerazione le esigenze dei lavoratori
senza contare tutto l’indotto che si muove intorno alle cerimonie, il tutto in un territorio posto in un comune e più in generale in una regione con scarse potenzialità lavorative.
Chi darà lavoro a persone non più giovanissime che si troverebbero fuori dal mercato con mutui, fitti e spese familiari sulle spalle?
Chiediamo alle Istituzioni di tutelarci nel rispetto della dignità e nella difesa dei nostri diritti.