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Atti distrutti in Corte d’Appello per non lavorare: al macero le carte sul narcos Imperiale e su Fucito

Una funzionaria della Corte di Appello di Napoli distruggeva sistematicamente documenti per lavorare di meno; buttati anche fascicoli dei narcos Imperiale e Fucito.
A cura di Nico Falco
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La distruzione degli atti ripresa dalle telecamere nascoste nella Corte d'Appello
La distruzione degli atti ripresa dalle telecamere nascoste nella Corte d'Appello

Saltano fuori anche i nomi di Raffaele Imperiale e di Pasquale Fucito, nell'inchiesta sulla distruzione illecita di documenti, note e atti giudiziari che ha portato all'arresto di una funzionaria e un assistente giudiziario della Corte di Appello di Napoli; il provvedimento, eseguito oggi dalla Guardia di Finanza, è stato firmato dal gip del Tribunale di Napoli Paolo Provvisier. Secondo l'accusa i due arrestati avrebbero distrutto i documenti custoditi nei fascicoli giudiziari e fornito notizie coperte da segreto istruttorio; tra questi ci sarebbero anche degli atti relativi ai due narcos (che non sono indagati).

I documenti distrutti per lavorare di meno

La funzionaria giudiziaria è ritenuta responsabile di soppressione e distruzione di atti veri, corruzione, peculato, accesso abusivo a sistema informativo e truffa all'amministrazione, mentre l'assistente giudiziario è accusato di corruzione, accesso abusivo a sistema informatico e truffa all'amministrazione. Stando a quanto emerso dalle indagini, molti dei documenti sarebbero stati mandati al macero dalla funzionaria non in cambio di mazzette, ma per un motivo ancora più incredibile: oberata di lavoro, avrebbe escogitato quel sistema per ridurre il carico.

L'accusa di corruzione per la donna, invece, è riconducibile a favori che avrebbe fatto ad un avvocato in cambio della promessa del superamento di un concorso per un parente. Per i due arrestati sono stati disposti gli arresti domiciliari. Le indagini, affidate alle Fiamme Gialle, sono state coordinate dal procuratore aggiunto Sergio Ferrigno e dal sostituto Henry John Woodcock.

I documenti di Imperiale e Fucito spariti dai fascicoli

Nell'ordinanza viene riportata una lunga lista di documenti che sarebbero stati fatti scomparire. Per gli inquirenti non si sarebbe trattato di casi isolati, ma di un meccanismo rodato: la funzionaria, si legge, "distruggeva, sopprimeva ed occultava sistematicamente, rendendoli irreperibili, i seguenti atti pubblici veri, rappresentati da documenti e/o interi fascicoli afferenti a procedimenti penali pendenti presso gli Uffici Giudiziari del Distretto della Corte di Appello di Napoli". Le telecamere nascoste dalle forze dell'ordine l'hanno ripresa in numerose occasioni in cui getta nel contenitore della carta documenti e fascicoli, anche appena arrivati sulla sua scrivania; persino una addetta alle pulizie si era accorta della mole di carta gettata e se ne era lamentata.

Molti dei documenti sono stati ugualmente salvati: le Fiamme Gialle li hanno recuperati nottetempo dal cestino e li hanno fotocopiati. Tra i nomi delle persone a cui erano relativi gli incartamenti compaiono quello di Raffaele Imperiale, alias Lelluccio Ferrarelle, per gli inquirenti broker internazionale della droga, inquadrabile nel clan Amato-Pagano e capace di spostare tonnellate di stupefacenti da un capo all'altro del mondo, e quello di Pasquale Fucito, alias ‘o Marziano, narcotrafficante del Parco Verde di Caivano. Di Imperiale sarebbe scomparso un fascicolo contenente note del Ministero della Giustizia e degli avvocati difensori e un decreto del gip; di Imperiale sarebbe, invece, scomparsa una integrazione riguardante un procedimento penale in cui l'uomo è coinvolto. Per entrambi i casi (così come per gli altri documenti spariti) non è stato provato un coinvolgimento, pertanto i due non sono indagati.

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