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Il crollo alla Vela Celeste di Scampia

Dimesse due bambine ferite nel crollo di Scampia. Gli zii scrivono a Giorgia Meloni: “Ora aiutateci”

Gli zii di due bambine ferite nel crollo alla Vela Celeste di Scampia, in una lettera, chiedono aiuto al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, affinché si interessi alle famiglie coinvolte nella tragedia.
A cura di Valerio Papadia
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Due delle sette bambine ferite nel crollo alla Vela Celeste di Scampia dello scorso 22 luglio, finalmente, sono state dimesse nella serata di ieri dall'ospedale Santobono. Avrebbero dunque potuto far ritorno nelle loro case, se la tragedia non le avesse private di un tetto sopra la testa e se le loro madri non fossero rimaste ferite anche loro nel crollo e ricoverate in ospedale. Per questo, Giuseppe e Francesco Russo, gli zii delle due bambine, scampati alla tragedia, chiedono aiuto al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni affinché si interessi anche alle famiglie colpite dal crollo di Scampia e si attivi per sostenerle concretamente.

I due uomini si sono così rivolti al loro legale, l'avvocato Angelo Pisani, al quale hanno affidato una lettera per chiedere aiuto alla premier. "Chiediamo (a Giorgia Meloni, ndr) che si interessi alle famiglie nostre e delle vittime di Scampia, come è stato per Caivano. C'è urgente bisogno dello stato e di aiuti veri e urgenti" scrivono Giuseppe e Francesco Russo. I due fratelli spiegano che, dopo il crollo, non hanno più potuto lavorare, per assistere i parenti – bambini e adulti – rimasti feriti e ricoverati in ospedale: "Noi abbiamo perso tutto, dal 22 luglio le nostre vite sono stravolte e cambiate. Dalla mattina alla sera ci dividiamo per dare assistenza alle nostre sorelle e nipotine ricoverate negli ospedali".

La lettera con la quale gli zii delle due bimbe si rivolgono a Giorgia Meloni

Con la dimissione delle nipotine e, si spera presto, anche delle sorelle, i due uomini espongono il problema: "Avranno bisogno ancora per molto tempo di cure e assistenza, una sistemazione sicura e noi non abbiamo ancora neanche un alloggio. Per questo preghiamo la premier Meloni, o chi ha più cuore e possibilità di valutare l'emergenza, di trovarci almeno due case e un'indennità economica adeguata per poter sopravvivere e ricominciare da capo e poter stare vicini soprattutto alle bambine, vittime innocenti e bisognose".

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