Cosa c’è dietro la finestra del murales di Maradona ai Quartieri Spagnoli: la vera storia dell’opera

“È bello vivere dentro un’opera d’arte, ma vorremmo essere liberi di aprire la finestra almeno la sera. Non trasformeremo la casa in un bed and breakfast”
A cura di Peppe Pace
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Anna Vitiello ci ha accolto a casa sua, dove vive con suo padre Ciro, sua mamma Lucia e suo fratello Antonio nei Quartieri Spagnoli a Napoli. La loro non è una casa qualunque, perché la finestra del bagno è parte integrante di un'opera d'arte: il murales di Maradona.

"Vivere qui ha i suoi pro e i suoi contro – racconta Anna – se da un lato è bello vedere tutte queste persone che da tutto il mondo vengono qui ad omaggiare Maradona, dall'altro lato sarebbe bello avere la libertà di poter aprire la finestra senza essere criticati e senza essere insultati dalle persone che pretendono di farcela chiudere. Nessuno ci paga per tenerla chiusa, né pretendiamo che qualcuno lo faccia, semplicemente è la finestra di un bagno, quindi non può rimanere sempre chiusa, soprattutto la sera quando torniamo a casa da una giornata di lavoro".

Il murales originario di Filardi
Il murales originario di Filardi

La vera storia del murales di Maradona ai Quartieri Spagnoli

Quando nel 2004 Ciro Vitiello, salumiere, si trasferì con la sua famiglia nel palazzo del murales di Diego Armando Maradona, realizzato dal compianto Mario Filardi nel 1990 sulla scia dell'entusiasmo dei due scudetti conquistati dagli azzurri del Pibe de Oro, in corrispondenza del volto di Maradona era già spuntata una finestra. Per il murales, già quasi interamente cancellato, fu il colpo di grazia.

Nello stesso anno, il tribunale decretò il fallimento della Società Sportiva Calcio Napoli, aprendo uno dei periodi più bui della storia del club, ma anche propiziandone la rinascita grazie all'intervento provvidenziale di Aurelio De Laurentiis, che risollevò le sorti della società e della città. Le due cose, infatti, a Napoli sono strettamente collegate, così come la faccia di Diego, secondo l'artista e artigiano Salvatore Iodice, rispecchiava la "faccia" del quartiere: "In quegli anni mi chiedevo come mai questo quartiere avesse perso la faccia – racconta Iodice – tra storie di degrado, spaccio e camorra. Vuoi vedere che se riesco a ridare un volto al murales, può darsi che riesco a ridare la faccia a tutto il quartiere?". Così Salvatore Iodice propose a Ciro Vitiello, che dietro quella finestra ci viveva con la sua famiglia da ormai più di 10 anni, il permesso di sovrapporre due ante di legno alla finestra del bagno, su cui poter ricalcare il disegno di Mario Filardi. La rinascita dell'opera, avvenuta nel 2016, coincise non solo con la rinascita del Napoli di De Laurentiis, che di lì a un paio d'anni sfiorò per due volte il terzo scudetto, ma anche col boom del turismo, che in quegli anni cominciava a registrare numeri da record.

Il murales oggi
Il murales oggi

L'arrivo di Francisco Bolsoletti e il ritocco al volto di Diego

Nel 2017 il murales venne ulteriormente impreziosito dalla firma di Francisco Bosoletti, artista italo-argentino che oltre a dipingere la donna velata "Iside" sulla facciata del palazzo adiacente a quello del murales, decise di rendere il viso di Diego meno stilizzato, dandogli un'aspetto più realistico: "Bosoletti mi chiese il permesso di mettere le mani sul mio restauro – racconta Salvatore Iodice – inizialmente non voleva intervenire."

Ma l'evento che più di tutti fece balzare l'opera agli onori della cronaca mondiale, consacrandola come una delle principali attrazioni turistiche della città, fu la dipartita fisica di Maradona, avvenuta il 25 novembre 2020 in Argentina. "Quando morì Diego fu il caos – racconta Ciro Vitiello – prima i visitatori venivano alla spicciolata, ma quello che si scatenò dopo la morte di Diego… non avete idea".

La nascita del "Largo Maradona" uno dei siti più visitati dai turisti

Fu in quel momento che nacque "Largo Maradona", che prima di allora non era altro che un parcheggio e un deposito di rifiuti di vario genere in uno dei tanti vicoli dei Quartieri Spagnoli: via Emanuele De Deo. "Quando Maradona morì – racconta Salvatore Iodice – tutto il mondo non era collegato con l'Argentina, ma col Largo Maradona. Per me fu un onore". Tutti volevano venire a visitare la "vera tomba" di Diego.

Fu così che dopo la vittoria dei mondiali da parte dell'Argentina nel 2022 e il terzo scudetto conquistato dal Napoli nel 2023, quella che fino a pochi anni fa era una discarica abusiva, divenne un tempio. Da allora il pellegrinaggio di tifosi, turisti, vip del mondo dello sport e dello spettacolo, è ininterrotto e diversi sono stati gli interventi del quartiere, in primis di Iodice, per preservare l'opera: "Non trasformeremo questa casa in un bed and breakfast napoletano col rischio che magari arriva qualcuno che odia Maradona e distrugge l'opera. A parte aprire la finestra dalle 21 in poi, fino a che abiteremo qui l'opera sarà in mani sicure".

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