L’omicidio di Teresa Buonocore: denunciò il pedofilo che aveva abusato della figlia
Quello di Teresa Buonocore fu un omicidio che dai primi momenti apparve anomalo, "strano". Inspiegabile. La donna, 51 anni, era riversa nell'abitacolo della sua automobile, i killer l'avevano affiancata in via Ponte dei Francesi e avevano aperto il fuoco. Quattro colpi calibro 9. Un omicidio in stile camorra, ed è questo che non tornava: Teresa, che viveva a Portici (Napoli), aveva lavorato come segretaria e poi come impiegata, non era un "volto noto", una donna boss, e non era stata mai coinvolta in vicende criminali.
La verità venne fuori successivamente: a decidere quell'agguato fu un pregiudicato che due anni prima aveva abusato della figlia di Teresa, di otto anni, e di un'altra bambina, e che la donna aveva fatto condannare testimoniando contro di lui. Perillo venne condannato a 16 anni, da lì la decisione della vendetta. Per quell'omicidio la Cassazione nel 2015 ha condannato all'ergastolo Enrico Perillo, tra l'altro vicino di casa della Buonocore, mentre i due sicari, Alberto Amendola e Giuseppe Avolio, entrambi rei confessi, sono stati condannati rispettivamente a 22 e 18 anni di carcere.
Ogni, 20 settembre si celebra l'anniversario dall'omicidio di quella mamma coraggio, medaglia d'oro al merito civile e alla memoria. Per ricordarla il Comune di Portici nel 2018 ha inaugurato una stele in sua memoria nel cimitero della cittadina napoletana.