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Detenuto si uccide a Poggioreale, è il 23esimo suicidio in carcere del 2025

Un 32enne algerino, da qualche mese trasferito da Benevento a Napoli, si è ucciso nel carcere di Poggioreale; è il terzo suicidio in regione: due sono avvenuti nella stessa struttura, il terzo nella Rems di San Nicola Baronia.
A cura di Nico Falco
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foto di repertorio
foto di repertorio

Un detenuto algerino di 32 anni si è ucciso nel bagno della sua cella nel carcere di Poggioreale, a Napoli; si è impiccato usando un lenzuolo intrecciato. A renderlo noto è Samuele Ciambriello, garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, che aggiunge: "Sono 23 i suicidi dall'inizio dell'anno negli istituti di pena in Italia, 378 già i tentativi di suicidi. In Campania ad oggi sono 2 i suicidi avvenuti e 8 i tentativi di suicidio solo nel carcere di Poggioreale, ed 1 suicidio nella Rems di San Nicola Baronia".

Il 32enne era stato trasferito da Benevento a Napoli da un paio di mesi e condivideva la cella con altri quattro detenuti, "in una stanza piccola e con scarse condizioni igieniche sanitarie"; in questi giorni aveva ricevuto la notifica di una nuova condanna. Per Ciambriello è necessario rafforzare la presenza di unità della Polizia Penitenziaria perché, dalle 19 fino alla mattina successiva, gli agenti in servizio sono pochi, "a volte anche uno solo per due piani". Serve, inoltre, "nel pomeriggio e nella notte la presenza sanitaria per un pronto intervento, molte volte è questione di pochi minuti".

I numeri dei suicidi in carcere, ha aggiunto Ciambriello, "sono dati allarmanti di un problema che si trascina da decenni. Oltre alla carenza di personale di agenti di polizia penitenziaria, mancanza di figure sociali di ascolto, mancanza di condizioni dignitose della pena, di spazi di socialità, di attività trattamentali, si resta chiusi in cella 20 ore su 24. La politica continua a proporre la costruzione di nuovi fabbricati dimentica invece di garantire condizioni dignitose della pena".

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