Detenuto si suicida in ospedale, il garante: “Libero tra pochi mesi, non voleva restare solo”
Ci sarebbe una storia di profonda solitudine dietro il suicidio di un detenuto recluso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta: l'uomo, che sarebbe stato scarcerato tra pochi mesi, si sarebbe tolto la vita per il timore di restare solo una volta libero. A raccontare il retroscena è il garante dei detenuti campani, Samuele Ciambriello, specificando che si tratta del quarto suicidio maturato in ambienti carcerari in Campania dall'inizio del 2023, il 55esimo considerando le strutture detentive di tutta Italia.
F. L., 50 anni, stava scontando una pena per reati di droga; era già stato in carcere nel 2018. Avrebbe tentato il suicidio già sabato, ma sarebbe stato prontamente salvato dagli agenti della Polizia Penitenziaria; è stato quindi trasferito in ambulanza all'ospedale di Sessa Aurunca e, pur non soffrendo di problemi psichiatrici, è stato ricoverato nel reparto di Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, dove si è ucciso. Sposato e padre di tre figli, l'uomo non aveva colloqui. Sarebbe stato scarcerato nel luglio 2024, recentemente aveva chiesto gli arresti domiciliari. Commenta Ciambriello:
Il tentativo di suicidio non era un atto strumentale, era evidente la voglia di farla finita per timore di rimanere da solo. Credo che la sua sia fondamentalmente una storia di solitudine. I suicidi, i tentativi di suicidio, le forme di autolesionismo che si verificano negli Istituti di pena sono anche il prodotto di un distanziamento sociale e culturale dal carcere della società. Abbiamo bisogno di più figure di ascolto e protezione nelle carceri. La maggior afflizione della detenzione è il tempo inutile, il tempo vuoto, la sensazione e la realtà di un tempo che viene solo sottratto. Il sentirsi soli dentro e dal mondo esterno.