Detenuto morto nel carcere di Napoli-Poggioreale. C’è una indagine per possibile omicidio in cella
Negli ultimi giorni la situazione – drammatica delle carceri in Campania, sovraffollate e invivibili per detenuti e guardie penitenziarie, è tornata sotto i riflettori. Prima la rivolta a Santa Maria Capua Vetere, ora il caso del detenuto trovato morto nella cella a Poggioreale, il carcere dell'omonimo quartiere a Napoli.
Trentatrè anni, originario del quartiere Secondigliano, recluso nel reparto Napoli della casa circondariale partenopea, sul suo corpo privo di vita, ad un primo esame, sono stati riscontrati segni di violenza, in particolare un ematoma su cui l'approfondimento autoptico potrà dare risposte certe. Sulla vicenda è stata aperta un'indagine dalla Procura dopo il sequestro del relativo fascicolo. L'ipotesi è quella di un omicidio avvenuto fra le mura del carcere.
Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Spp che ieri ha lanciato l'allarme su quanto accaduto a Poggioreale denuncia:
la politica è sempre più lontana dall'affrontare l'emergenza carceri. Temiamo, alla luce di una situazione esplosiva, che ci possano essere altre rivolte, come già si sono verificate all'inizio dell'anno, a causa anche di un dilagante senso di impunità.
C'è più di un disegno della criminalità organizzata e dei detenuti più violenti, che contano sull'impunità per i reati commessi in carcere e che non hanno più nulla da perdere se non il trasferimento in un altro carcere.
Lunedì prossimo 8 gennaio, alle 10.30 il sindacato degli agenti penitenziari terrà una conferenza stampa davanti al carcere partenopeo.