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Detenuto di 40 anni si suicida nel carcere di Poggioreale

Un 40enne napoletano, detenuto nel carcere di Poggioreale, a Napoli, si è tolto la vita nella notte appena trascorsa. Si è impiccato nella sua cella. La Polizia Penitenziaria e i sanitari del 118 hanno tentato di rianimarlo, ma inutilmente. Si tratta del sesto suicidio in carcere in Campania dall’inizio dell’anno.
A cura di Nico Falco
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Un uomo di 40 anni, napoletano, detenuto nel carcere di Poggioreale, si è tolto la vita nella notte appena trascorsa. Si è impiccato nella sua cella, a trovarlo sono stati gli altri detenuti intorno alle 5 di oggi, 16 luglio. È stato subito lanciato l'allarme, i primi soccorsi sono stati prestati dagli agenti della Polizia Penitenziaria che hanno cercato di rianimarlo per diversi minuti, fino all'arrivo dell'ambulanza, ma si è rivelato tutto inutile: quando i sanitari sono giunti sul posto hanno potuto soltanto constatare il decesso. Al momento della scoperta le sue condizioni erano già molto gravi, aveva perso i sensi e non dava segni di vita.

Secondo la prima ricostruzione, su cui sono in corso come da prassi le indagini, Alfonso V. avrebbe approfittato del fatto che gli altri detenuti dormissero per mettere in atto il suo proposito e si sarebbe quindi impiccato senza che nessuno potesse intervenire se non quando era ormai troppo tardi. Un altro suicidio, nello stesso carcere napoletano, c'era stato pochi giorni fa, nella notte del 30 giugno scorso: un uomo di 39 anni si è ucciso nella sua cella, occupata da altre sei persone.

"Luigi e Alfonso sono i nomi dei due uomini che in meno di 48 ore hanno messo fine alla loro vita nelle carceri di Santa Maria Capua Vetere e Poggioreale – ha commentato Samuele Ciambriello, garante dei detenuti per la Campania – dei 29 detenuti che su tutto il territorio nazionale si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno, si arriva a quota 6 vittime per la Campania. Dopo un calo del 40% dei suicidi negli istituti penitenziari della regione nel 2019 rispetto all’anno precedente, i dati di questo primo semestre tornano ad essere allarmanti.

L'assessore alle Politiche Sociali ed al Lavoro del Comune di Napoli, Monica Buonanno, ha espresso solidarietà alla famiglia del 40enne a nome dell'amministrazione comunale. "Nonostante il lavoro che stiamo intentando con le persone prive di libertà, insieme al direttore dell'istituto, Carlo Berdini, e al garante dei detenuti comunale, Pietro Ioia – ha detto l'assessore –  questo episodio dimostra come urga una riforma carceraria e l'individuazione di misure alternative alla detenzione in particolare per i casi più fragili ed esposti. Episodi del genere non dovrebbero mai accadere: il carcere deve rappresentare uno strumento detentivo di rieducazione, non il luogo in cui l'individuo è alienato. Come Amministrazione vogliamo contribuire alla salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone incarcerate, garantendone la dignità ed eliminando ogni forma di marginalità sociale".

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