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Detenuto aggredisce poliziotto penitenziario nel carcere di Aversa

Un agente della Polizia Penitenziaria del carcere di Aversa è stato aggredito improvvisamente da un detenuto, che si è poi scagliato anche sul collega intervenuto. A rendere nota la vicenda è il sindacato Sappe, che ricorda anche come, ad acuire le tensioni dietro le sbarre, siano anche le condizioni di salute compromesse di molti detenuti.
A cura di Nico Falco
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Un agente della Polizia Penitenziaria, in servizio nel carcere di Aversa, è stato aggredito all'improvviso da un detenuto e si trova ora ricoverato in ospedale per le ferite riportate; secondo i medici non è in pericolo di vita, la prognosi è di 14 giorni salvo complicazioni. A rendere nota la vicenda, avvenuta nella struttura penitenziaria del Casertano, è il sindacato Sappe.

"Un detenuto di origini casertane, con posizione giuridica di definitivo per reati comuni – si legge nel comunicato firmato dal segretario nazionale per la Campania Emilio Fattorello – al rientro dal colloquio con la moglie ha aggredito con inaudita violenza e senza esclusione di colpi il collega in servizio nella sezione dello stesso. Il poliziotto aggredito, per la gravità delle lesioni subite a seguito della vile aggressione subìta, è stato condotto con urgenza all'Ospedale Civile a mezzo 118, ove è tutt'ora ricoverato. Ha dovuto far ricorso alle cure dei sanitari del pronto soccorso anche altro collega che è intervenuto a sedare la colluttazione posta in essere dal ristretto. Il detenuto non è nuovo ad atti di violenza contro il Personale della Polizia Penitenziaria in altri istituti della regione".

Donato Capece, segretario generale dello stesso sindacato, nel rivolgere "solidarietà e vicinanza agli agenti della struttura di Aversa", ricorda che spesso a causare le tensioni sono i disagi dovuti alle condizioni di salute dei detenuti. "Le carceri sembrano moderni lazzaretti – dice – nei quali almeno una patologia sanitaria è presente nel 60-80% dei detenuti. Ciò vuol dire che almeno due detenuti su tre sono malati. Tra le malattie più frequenti quelle infettive, che interessano il 48% dei presenti: a seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%). Spesso, è solo la Polizia Penitenziaria, con le sue donne ed i suoi uomini in prima linea 24 ore al giorno, a confrontarsi con questi disagi e con le conseguenze che questi producono. Come dimostra quel che è avvenuto ad Aversa”.

Per Luigi Castaldo, vice segretario regionale Osapp Campania, "La facilità con cui si ripetono queste aggressioni deve invogliare la politica ad agire con un messaggio chiaro contro i responsabili con norme appropriate e severe. Un Corpo dello Stato come quello della Polizia Penitenziaria non può continuare a subire tanta violenza. Che fine ha fatto il Taser?".

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