Dentro l’ospedale Cardarelli di Napoli c’è un cantiere in cui si restaurano quadri del Seicento
Non capita spesso di entrare in un ospedale e trovarsi davanti un cantiere di restauro di tele storiche del Seicento e del Settecento. Accade al Cardarelli di Napoli, dove l'azienda ospedaliera è riuscita, mediante un bando pubblico del 2023, a garantire il finanziamento del restauro di alcune tra le tele che furono acquisite dagli antichi ospedali di Napoli oramai chiusi, come l'ospedale della Pace.
Al bando hanno risposto CSA e BBC Napoli che hanno messo a disposizione le risorse necessarie al restauro di tre antiche tele, databili tra il Seicento e il Settecento. Il cantiere con le tre tele in fase di restauro, tra cui un dipinto che si suppone possa essere stato realizzato da Agostino Beltrano, si trova nella sala monumentale Moriello ed è stato affidato alle mani esperte di Vincenzo Salomone e Simona Anastasio, restauratori di beni culturali di O.C.R.A. restauri – Opere di Conservazione e Restauro d'Arte.
"Esporre un restauro alla visione di tutti ci ha dato la possibilità di interagire con tante persone stupite nel vedere il cantiere allestito nella sala Moriello – spiega Vincenzo Salomone – il nostro è stato un recupero sia estetico che conservativo. Ancora pochi giorni e consegneremo le opere, che dopo una cerimonia torneranno in direzione generale". "Il dipinto più piccolo raffigura una madonna che poggia la sua testa sulla mano in posa pensierosa, con un bellissimo Gesù bambino addormentato sul suo grembo – spiega Simona Anastasio – mentre un'altro dipinto di medie dimensioni raffigura una sacra famiglia a tavola con Sant'Anna. L'Incoronazione della Vergine è il dipinto più grande del quale ci siamo occupati e anche quello che ha richiesto il maggior lavoro e il maggior impegno".
Il direttore generale del Cardarelli, Antonio d'Amore, spiega che ci sono ancora tantissime opere che aspettano di rivedere la luce, molte delle quali sono custodite nel museo di Capodimonte: "Mi appresto a scrivere al Sovrintendente per chiedere la restituzione di questi quadri che erano presenti nelle stanze, nelle corsie dei vecchi ospedali antichi napoletani e che quindi raccontano una storia di vicinanza alla sofferenza dell'uomo. Vogliamo restituire alla città i suoi capolavori".