Dentro la Vela Rossa di Scampia: prigionieri in casa. E anche qui può crollare tutto
«Noi popolo delle Vele dallo Stato siamo abbandonato e trattati come animali». È la frase che gli abitanti della Vela Rossa ripetono di più quando entriamo in una delle strutture che, insieme alla Vela Gialla, va da tempo abbattuta. Dopo il crollo del ballatoio della Vela Celeste, il cui bilancio al momento è di tre morti e diversi bambini feriti, la paura sale.
Il complesso residenziale più iconico di Scampia dovrebbe contare al suo interno circa qualche migliaio persone. Difficile fare una stima però che comprenda anche chi ha abusivamente occupato queste case. Molti, mentre saliamo i piani della Vela Rossa, ripetono che se avessero avuto altre possibilità, non avrebbero scelto di vivere così.
Al primo piano c'è una donna che da un mese non può uscire di casa. O meglio, esce il marito per andare a lavorare e lei quando serve. I suoi tre bambini mai. Il motivo è lei a mostrarlo. La passerella che collega la porta d'ingresso al corridoio è rotta ed è coperta da una porta di legno, che non mostra di essere solida quando la calpestiamo per entrare. «Non posso aggiustarla, lavora solo mio marito e guadagna poco. Ho tre bambini piccoli, non vogliamo vivere così, vogliamo andare via».
La casa è molto piccola, qualche ambiente ospita i giochi dei bambini. Una condizione che è simile per molte delle persone che incontriamo. "È adattarci, non vivere", spiega una delle abitanti che ha "scelto" di vivere qui quando aveva 19 anni. Si chiama Emanuela e su TikTok è una vera e propria star. "Non avevo niente quando sono venuta qua. Abitare qui è una lotta continua. Una volta saltano i contatori e non li ripristinano, una volta scoppia un incendio. Io non cammino sulle passerelle, ho paura. Mi sono sempre immaginata questa cosa (il crollo di un ballatoio ndr) e poi è successa".
Come lei in tanti ora hanno più paura. Ma sono consapevoli di vivere in un luogo che era già destinato all'abbattimento. E la struttura della Vela Rossa ormai sembra parlare da sola e dire con forza sempre la stessa cosa: tutto è fatiscente e precario. "Guarda come sta quella scalinata, se cade giù uccide qualcuno".
Le persone visibili all'interno della Vela qui ci sono nate o si sono ritrovate a viverci. «Qua ci hanno abbandonato e io ci sono nato purtroppo. Non dico purtroppo per la zona, ma perché gli animali vengono trattati meglio». Chi può aggiusta casa da solo o chiede una mano ai vicini. Ma chi non riesce arriva anche a non uscire di casa se la passerella non lo permette. Tutto funziona con una sorta di autogestione in alcuni punti, da chi si occupa di tenere in ordine i contattori o di stipare in un garage ogni genere di oggetto che può un domani servire agli abitanti.
Ma tutti si sentono trattati come se fossero un popolo a parte e non lo nascondono. «Facciamo bella Napoli centro e la periferia? La teniamo per i turisti, vengono a fare le fotografie e vedere Scampia com'è bella».