Ieri Vincenzo De Luca nel suo tradizionale monologo del venerdì, in un impeto dei suoi ha iniziato a tuonare contro il mondo intero per una questione che a molti è apparsa oscura: «La Repubblica di San Marino aveva chiesto all'Italia un aiuto – ha detto -. Siamo stati capaci come Stato italiano di non fornire questi vaccini a una piccola Repubblica ricca di storia antica e gloriosa. Mi sono un po' vergognato». San Marino è quello posto che voleva vaccinare tutti con Sputnik, il controverso vaccino della Russia, lo stesso che De Luca avrebbe voluto portare in Campania.
E così il prode don Vincenzo ha annunciato che aiuterà lui la Repubblica di San Marino e farà lui arrivare i vaccini. Ovviamente non sappiamo in virtù di quale accordo e come questa volontà sia stata comunicata al suo di governo, quello italiano.
Detto ciò, De Luca dovrebbe volgere le sue attenzioni soprattutto alla situazione della regione che amministra, soprattutto al sistema sanitario ormai collassato. A oggi – siamo al 2 luglio – se si va in un centro accreditato per le analisi cliniche e strumentali, per alcune analisi importanti come Tac e prelievi per marker salvavita, già viene risposto che i budget di spesa o sono scaduti o sono in esaurimento. Al giorno due del mese! Lunedì ci sarà nuovo assalto ai centri di analisi e poi chi vorrà sottoporsi a esami diagnostici o pagherà di tasca propria o li farà in ospedale attendendo tempo prezioso e a volte decisivo per una diagnosi.
De Luca di questo si dovrebbe occupare. Ma chissà perché non ne parla mai. La sua attenzione è sempre volta fuori dalla Campania, dalla Russia al Congo Belga. C'è sempre qualcosa che devono fare gli altri, dal governo Italiano alla Casa Bianca, mai la Regione che gestisce.