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L'omicidio di Aldo Gioia ad Avellino

Delitto di Avellino, nelle chat il piano di Elena e Giovanni: “Quando li uccidiamo?”

Indagini in corso per il delitto di Avellino: convalidata la custodia cautelare in carcere per Elena e Giovanni, accusati dell’omicidio del padre di lei, Aldo. Eseguita l’autopsia sul corpo dell’uomo: sono 14 le coltellate che lo hanno colpito. Nelle chat tra i due fidanzati la pianificazione della strage: “Quando li uccidiamo?”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Giovanni Limata ed Elena Gioia
Giovanni Limata ed Elena Gioia
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Sono le chat sui cellulari di Elena e Giovanni che testimonierebbero la loro intenzione di sterminare la famiglia di lei. Alla fine a perdere la vita è stato il solo Aldo Gioia, 53 anni e padre di Elena, mentre la madre Liana e la sorella Emilia si sono salvate: provvidenziale è stato l'urlo dell'uomo, colpito dalle coltellate mentre dormiva sul divano, che ha svegliato le due mettendole in allarme. I due fidanzati hanno confessato dopo poche ore le proprie responsabilità, ma ora la parola è passata agli avvocati ed alle rispettive strategie difensive.

Il giudice per le indagini preliminari Paolo Cassano ha confermato ieri la custodia cautelare in carcere per i due, al termine dell'udienza di convalida dei fermi: non vi erano quasi dubbi su questo esito, così come sul fatto che i due ragazzi si sarebbero avvalsi come effettivamente accaduto della facoltà di non rispondere. La loro difesa è affidata a due avvocati diversi, entrambi in sostituzione dei primi che hanno rinunciato a difenderli: Elena Gioia è difesa dal penalista napoletano Giovanni Cerino, dopo la rinuncia del legale Innocenzo Massaro; Giovanni Limata è invece affidato all'avvocato Mario Villani, dopo che il collega Mario Picca aveva rinunciato a difenderlo.

Aldo Gioia, 53 anni.
Aldo Gioia, 53 anni.

L'autopsia sul corpo di Aldo Gioia, intanto, ha svelato che ad ucciderlo sono state ben 14 coltellate (e non sette come inizialmente supposto). Quattordici colpi inferti con un coltello da caccia che gli ha causato ferite troppo profonde e che nonostante gli sforzi dei medici di salvarlo gli sono state fatali. Ora la salma verrà liberata dai magistrati e si potrà dunque procedere ai funerali che dovrebbero svolgersi presso la Chiesa di San Ciro di Avellino, mentre gli inquirenti continuano ad indagare a tutto campo sulla vicenda.

La chiave potrebbe essere proprio nelle chat tra i due ragazzi, nelle quali veniva pianificata la strage familiare. In particolare, quella avvenuta pochi giorni prima, e riportata dal Corriere.it, nella quale Elena Gioia scrive al fidanzato "Quando li uccidiamo?", ripetendogli poco dopo la stessa frase e ricevendo in risposta da lui un "Lo faccio perché li odi". Proprio Giovanni Limata aveva nelle scorse ore puntato il dito contro la fidanzata, spiegando che il piano di sterminare la famiglia fosse partito da lei. Ipotesi che al momento la famiglia di lei respinge sonoramente, supponendo invece che la ragazza possa essere stata plagiata, come spiegato dallo zio della ragazza e fratello della vittima di questo efferato delitto.

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