Delitto di Avellino, Giovanni Limata potrebbe lasciare il carcere dopo il tentato suicidio
Giovanni Limata potrebbe lasciare il carcere, dopo il tentato suicidio di qualche settimana fa. Il Tribunale prenderà la decisione nell'udienza del 23 febbraio, tra venti giorni, dopo che quest'oggi si è tenuta un'udienza straordinaria per ascoltare il dottor Francesco Saverio Ruggiero, incaricato nell'ultima sessione del processo di redigere una perizia sul ragazzo, accusato dell'omicidio di Aldo Gioia, il padre della sua fidanzata Elena a sua volta coinvolta nel processo. Le prove contro i due ragazzi sembrano essere al momento schiaccianti, e a completare il quadro accusatorio ci sono anche le loro ammissioni.
Lo scorso 23 gennaio Giovanni Limata, in carcere così come la fidanzata Elena Gioia, aveva tentato di suicidarsi: il giovane si era procurato diverse ferite alla gola e alle braccia, tagliandosi le vene, utilizzando il coperchio di una scatoletta di tonno, ma era stato poi fermato in tempo dagli agenti di polizia penitenziaria, che hanno evitato il peggio. E così per lui si è discusso se questo tipo di comportamento potesse dipendere dalla sua condizione carceraria e se in alternativa potesse sostenere un altro tipo di misura cautelare. La decisione finale arriverà il 23 febbraio in Tribunale: secondo il perito che oggi ha relazionato al processo, il giovane presenterebbe sì disturbi "di tipo ansiogeno", indirizzati "verso lo sviluppo di comportamenti autolesionistici", ma che al contempo "non presenterebbe patologie psichiatriche incompatibili con la misura carceraria". Potrebbe dunque restare in carcere anche dopo il 23 febbraio: l'ultima parola spetterà al Tribunale di Avellino che, sentito oggi il parere dello specialista, è chiamato a prendere una decisione.