Delitto di Aldo Gioia, inizia il processo per Elena e Giovanni: si va verso il rito abbreviato
È iniziato il processo ad Elena Gioia e Giovanni Limata, i due giovani avellinesi che devono rispondere dell'omicidio di Aldo Gioia, il padre di lei. Un delitto efferato che aveva sconvolto Avellino e per il quale i due giovani, dopo un iniziale tentativo di sviare le indagini, hanno ammesso. Le prove contro di loro appaiono schiaccianti: si va verso la richiesta di rito abbreviato, come richiesto dal pm Vincenzo Russo, ma prima ci saranno le perizie psichiatriche per i due giovani fidanzati. Intanto quest'oggi i due fratelli della vittima, Gaetano e Giancarlo, hanno deciso di costituirsi come parte civile nel processo.
Il delitto avvenne nella notte tra il 23 ed il 24 aprile scorsi, quando i due hanno messo in piedi, come hanno confessato, il loro piano che è emerso poi anche nelle chat recuperate dagli inquirenti. Dovevano morire tutti: Aldo Gioia, la moglie Liana, l'altra figlia Emilia. Le due donne si sono salvate perché l'uomo ha urlato dopo aver subito il primo fendente, svegliandole. Sempre nelle chat recuperate ai due ragazzi emerge anche la pianificazione del piano, con Elena che scende per buttare la spazzatura lasciando la porta aperta e il fidanzato Giovanni che entra nel palazzo. Sempre Elena poi tornando su porta il cane in stanza per evitare che abbaiando li faccia scoprire, mentre lui raggiunge Aldo Gioia, disteso addormentato sul divano, colpendolo con 14 coltellate: l'uomo morirà in ospedale per le ferite riportate. Salta invece il piano di fuga pensato dai due fidanzati, visto che madre e sorella si sono salvate: si prova a parlare di una rapina finita male, ma la versione presenta forti lacune. Dopo poche ore le forze dell'ordine hanno già stretto il cerchio attorno a loro: Elena confessa, poco dopo viene raggiunto anche Giovanni che era tornato a casa sua a Cervinara e confessa a sua volta.