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De Magistris scarica Alessandra Clemente: “Ha obiettivi personali, è fuori dal percorso di DemA”

Durissimo comunicato del movimento dell’ex Sindaco che di fatto mette fuori la consigliera comunale già candidata Sindaco: “Non ci rappresenta, persegue obiettivi personali”. L’Assemblea di DemA mette fine alla polemica iniziata con le elezioni in Città Metropolitana.
A cura di Antonio Musella
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Tanto si tirò che si ruppe la corda. Sembrano definitivamente dividersi le strade di Luigi de Magistris e Alessandra Clemente, le polemiche interne al movimento DemA dell'ex Sindaco di Napoli, hanno avuto come obiettivo i comportamenti della candidata Sindaco ora consigliera comunale, accusata di aver stretto alleanze sottobanco con il Movimento 5 Stelle e quindi con la maggioranza di centrosinistra di Palazzo San Giacomo che sostiene il Sindaco, Gaetano Manfredi. Durante l'assemblea di DemA di domenica 27 Marzo sono stati numerosi gli attacchi alla Clemente, ma nessun chiarimento è arrivato dalla diretta interessata. Così nel comunicato ufficiale del movimento, pare proprio che la consigliera comunale, ed ex assessore di De Magistris, sia stata messa alla porta: "Si è posta fuori da un percorso collettivo perseguendo obiettivi personali".

Il comunicato di DemA: "Clemente non ci rappresenta"

"L'affaire Alessandra Clemente" ha monopolizzato la discussione di DemA, che alle ultime elezioni amministrative, aveva candidato la ex delfina di Luigi de Magistris a Sindaco per segnare una continuità con il passato. Ma la coalizione arancione è uscita con le ossa rotte dalle urne, raccogliendo solo il 6% dei consensi. Da quel risultato non ci sono mai state parole al miele per la Clemente, accusata addirittura di non essere all'altezza del ruolo dal movimento di De Magistris, dimenticando che fu lo stesso ex Sindaco a lanciare la corsa della Clemente a Palazzo San Giacomo a marzo del 2021, annunciandone urbi et orbi la candidatura come sua precisa indicazione. Fatto sta che il malcontento nel movimento di De Magistris ha prodotto una rottura evidente. Alla Clemente è dedicata la metà del comunicato stampa finale dell'assemblea di DemA che usa parole durissime. "Il movimento era consapevole che la scelta di candidare Alessandra Clemente a Sindaca di Napoli era coraggiosa e rischiosa. Coraggiosa perché di fronte al sistema e alle sue cariatidi si è ritenuto di puntare su una donna giovane, che per anni era stata un’assessora importante dell’esperienza rivoluzionaria del Governo de Magistris. Rischiosa perché incerta per l’esito elettorale che poteva derivarne e per l’idoneità della Clemente stessa di essere capace di onorare tale scelta, non disperdere un patrimonio comune ed essere punto di sintesi responsabile e matura della coalizione che l’ha sostenuta" si legge nel comunicato, in merito alle scelte elettorali. "Con rammarico già immediatamente dopo le elezioni amministrative abbiamo assistito a scelte non condivise con il movimento e con la stessa coalizione, contatti politici sempre più di natura personale, percorsi ambigui e mai chiariti" prosegue la nota di DemA. "L’analisi dei dati e le minuziose ricostruzioni giornalistiche ci rimandano a un dato di poca chiarezza sul comportamento assunto da chi avevamo sostenuto alla guida della città – si legge – prendiamo pertanto atto con amarezza di quanto accaduto e del comportamento assunto da chi avrebbe dovuto rappresentarci e che si è posta fuori da un percorso collettivo perseguendo obiettivi personali". Parole durissime che, di fatto, mettono alla porta la giovane consigliera comunale.

Il caso delle elezioni di città metropolitana: l'accordo con i 5 Stelle

A fare degenerare i rapporti tra De Magistris e la Clemente sono state le elezioni per il consiglio della Città Metropolitana, tornata elettorale a voto ponderato, che prevede solo la partecipazione dei consiglieri comunali di tutti gli enti locali della Provincia di Napoli. In quella elezione la Clemente aveva chiuso un accordo l'area di Antonio Bassolino, formando la lista "Comuni protagonisti" che avrebbe dovuto eleggere in Città Metropolitana, Claudio Cecere, anche lui ex DemA ed eletto in consiglio comunale di Napoli con la lista "Clemente Sindaco" e Josi Della Ragione, giovane Sindaco di Bacoli. Nelle urne però i due consiglieri comunali dell'area di De Magistris avrebbero votato per la lista del Movimento 5 Stelle, in particolar modo la Clemente avrebbe espresso la sua preferenza per il presidente del consiglio comunale di Pomigliano d'Arco, Salvatore Cioffi. Da qui sarebbe partita una serie di accuse, polemiche e repliche che si sono susseguite alla velocità di una pallina da flipper, tanto da rendere ai più assolutamente incomprensibile cosa sia effettivamente avvenuto. La cronaca ci dice che 5 giorni dopo, Claudio Cecere, eletto nelle fila di De Magistris alle ultime comunali, è passato con il Movimento 5 Stelle, accusando la Clemente di aver virato proprio sui grillini. La Clemente invece aveva dichiarato di voler restare all'opposizione. Ma il passaggio di Cecere ai grillini, ha causato la procedure di sfiducia per il capogruppo al Comune del M5S, Ciro Borriello, anche lui ex assessore DemA, accusato dai suoi colleghi di aver fatto un accordo con Cecere tenendo all'oscuro gli altri consiglieri. Da questo intricatissimo pasticcio politico, nasce il malumore all'interno del movimento dell'ex Sindaco contro Alessandra Clemente, accusata di perseguire non meglio precisati obiettivi personali. Insomma uno spettacolo davvero poco edificante. La parola fine sulla vicenda la mette lo stesso movimento di De Magistris, che in poco più di due settimane passa da due consiglieri comunali a zero consiglieri comunali nella città dove ha governato per 10 anni.

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