De Magistris, il post su Facebook pro Alessandra Clemente è un attacco a Manfredi, Bassolino e Maresca
Luigi De Magistris ha una capacità e non è quella di governare. È quella di «dare un titolo» ai giornali. In quest'esperienza amministrativa decennale al Comune di Napoli è sempre stato capace di centrare l'argomento del giorno con precisione da cecchino. Lo hanno capito a La7, dove tra l'Arena di Massimo Giletti e altri talk show di politica è spesso ospite.
Anche stavolta il sindaco uscente di Napoli individua i target e li centra tutti. Solo che il contesto sarebbe dovuto essere un endorsement alla ‘sua' candidata a sindaco di Napoli, Alessandra Clemente, già assessora comunale, oggi in corsa per la poltrona di primo cittadino ma pesantemente sfavorita negli ultimi sondaggi elettorali sulle comunali a Napoli.
Nel lungo post social di appoggio al Clemente, Dema riesce ad attaccare tutto e tutti. Parla di Clemente come della candidatura «che oggettivamente offre maggiori garanzie di autonomia, libertà e coraggio». E poi si lancia all'attacco di tutto e tutti. Comincia dal favorito, Gaetano Manfredi (Pd, M5S, Leu). Ecco cosa dice:
Non voterei Manfredi perché è vittima consapevole di uno schieramento che lo ha incatenato prima ancora di cominciare la campagna elettorale.
Nelle sue liste c’è tutto e il contrario di tutto. Un’ammucchiata senza alcun minimo denominatore comune che fa di Gaetano Manfredi un uomo che non potrà mai fare il sindaco libero, senza condizionamenti, ma dovrà dare conto a decine tra capi partito, capi corrente e capi bastone. Senza contare che la sua campagna elettorale non ha nulla di empatico, avvincente, attrattivo. Insomma un mesto ritorno all’ancien regime.
Poi, Catello Maresca, pm antimafia supportato dal centrodestra:
La prospettiva di Maresca è improponibile. Ha fatto incontri elettorali con la toga addosso prima di mettersi in aspettativa. Si candida nella città dove ha fatto il pubblico ministero fino al giorno prima, a dispetto di ogni minima decenza etica.
Dice di voler guidare una coalizione civica e si mette a braccetto di Salvini e Berlusconi. Non ne azzecca una in campagna elettorale. Dai contenuti, alle compagnie, dalle liste non ammesse alle dichiarazioni imbarazzanti.
Antonio Bassolino per dieci anni è stato uno dei bersagli preferiti dell'ex pm di Catanzaro. Ora anche per strategia elettorale De Magistris non lo attacca a testa bassa ma non ha certo parole migliori di quelle degli ultimi anni:
Ad Antonio Bassolino, poi, riconosco il merito di averci messo la faccia in età avanzata per riprovare a vincere. Ma noi napoletani, io sicuramente avendo amministrato dopo il disastro ambientale e finanziario della stagione Iervolino-Bassolino, non dimentichiamo i rifiuti al primo piano, il debito enorme, la mortificazione di una città piegata senza un turista e cancellata da ogni meta nazionale ed internazionale.
E poi c'è Vincenzo De Luca, il nemico numero uno dell'ormai ex sindaco partenopeo, candidato alla presidenza della Regione Calabria:
De Luca con la sua bulimia politica di stampo tirannico, una nutrita pattuglia di berlusconiani, anche leghisti, poi fedeli di Giggino Cesaro, il Partito Democratico sempre lo stesso dopo dieci anni, con qualche giovane già vecchio, un po’ di sinistra varia, residui di quello che fu il M5S che non ha mantenuto un impegno che sia uno (cito l’acqua pubblica come esempio emblematico) ed infine, per cercare di migliorare le liste, diverse donne e uomini che sono stati nella nostra squadra con merito, a dimostrazione che abbiamo costruito una classe dirigente.