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Covid 19

De Luca si vaccina contro il Covid: idea giusta realizzata in un modo sbagliato

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, indubbio protagonista di quest’anno di Covid-19 è sicuramente un testimonial d’eccezione del vaccino Pfizer/BionTech arrivato anche nella nostra regione. Ma sono i modi in cui si è fatto inoculare, primo politico in Italia, una dose di prodotto, a non convincere.
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Saremmo intellettualmente disonesti nell'ignorare la portata simbolica della vaccinazione coram populo d'un politico così esposto sulla vicenda Covid come il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.  Abbiamo bisogno di simboli. Lo ha scritto qualche giorno fa Gianrico Carofiglio, parlando del camioncino con le preziose fiale scortato sul Brennero: «Taluni ritengono che la cronaca dell’arrivo in Italia delle prime dosi del vaccino sia una sceneggiata. Dissento. In momenti di crisi abbiamo bisogno di fatti ma anche di narrazioni esemplari e simboliche. Aiutano a ricreare senso di coesione e fiducia nel futuro».

Analizziamo la foto di De Luca. Un uomo di potere sì, ma pur sempre un ultrasettantenne canuto che porge il braccio su una seggiola. La camicia arrotolata sull'arto di un uomo anziano, categoria sicuramente a rischio. Voi lo sapete, vero, che la "domanda sociale" nei prossimi giorni sarà «come sta Vincenzo De Luca dopo aver fatto il vaccino Covid» ? Perché la preoccupazione globale al momento è quella sugli effetti collaterali di una cura nuova, sviluppata in meno di un anno in un clima con grandi sacche di incomprensibile e preoccupante sfiducia mista ad ignoranza nei confronti della scienza e della ricerca.

Il protagonista della gestione Covid – nel bene e nel male – della Campania, l'uomo contro tutti, quello dei lanciafiamme e delle dirette Facebook ha agito da influencer. Se avessero scelto Chiara Ferragni ci sarebbero state le stesse polemiche?

Dunque, dal punto di vista comunicativo De Luca ha usato il suo corpo come manifesto, anche come mezzo di propaganda: è una prerogativa dei leader e di una scuola ideologica che affonda le sue radici in tempi e in insegnamenti che il "Pol pot" di Salerno (così lo chiamavano, in federazione, ai tempi del Partito Comunista italiano) ben conosce e pratica.

C'è l'altro lato della medaglia. Vincenzo De Luca aveva il diritto di vaccinarsi il 27 dicembre o avrebbe dovuto attendere il suo turno, visto che il Vaccino day era destinato al personale sanitario non ai politici? Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e pure Papa Francesco al momento non sono vaccinati. De Luca è forse meglio e più degli altri? Ha fatto meglio a fare prima o avrebbe fatto meglio a farlo dopo? Vexata quaestio che non risolveremo oggi.

Di certo il presidente della Campania avrebbe fatto meglio a non sceneggiare la sorpresa ma semmai annunciare per tempo la propria volontà di inocularsi il vaccino Pfizer/BionTech come testimonial. La sortita estemporanea è apparsa a tutti preponderante in un ambito, quello del dritto alla salute, che invece costituzionalmente imporrebbe uguali possibilità ad ogni cittadino.

E visto che proprio il 27 dicembre cade l'anniversario della promulgazione della Costituzione Italiana sarebbe stato meglio non sbeffeggiarla così. Anche la forma è sostanza, in certi casi. E questo è uno di quei casi.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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