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De Luca umilia il Pd di Schlein davanti ai suoi dirigenti: “Di Roma non me ne fotte niente”

Vincenzo De Luca senza freni davanti alla platea del Pd alla Festa dell’Unità, ammutolita. Obiettivo: terzo mandato da presidente della Regione Campania.
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La discussione prevalente fra la gente giunta alle Terme d'Agnano per la Festa dell'Unità era ovviamente quella sul terremoto e il rischio eruttivo ai Campi Flegrei. Tuttavia, seppur metaforicamente, la scossa è arrivata proprio in casa del Partito Democratico: dove era stata sottovalutata la caldera (e la collera) di Vincenzo De Luca. 

Il presidente della giunta regionale della Campania ha umiliato e demolito pezzo-pezzo il partito all'interno del quale, almeno in teoria, sarebbe uno dei leader regionali, essendo presidente dell'Ente più rilevante. Il tutto davanti ai dirigenti locali e nazionali, davanti a deputati e senatori, attivisti, segretari e responsabili a vario titolo: una parte ha ridacchiato, l'altra ha masticato amaro, non sono arrivate contestazioni a campo aperto pure perché De Luca era una furia. Unico, grande elefante al centro della stanza: la sua terza ricandidatura alle Elezioni Regionali nel 2025. Al momento la legge impedisce il terzo mandato, De Luca e parte della sua maggioranza regionale vogliono cambiare questo stato di cose.

Elly Schlein, segretaria nazionale del Pd non vuole il De Luca-ter. E l'ex sindaco di Salerno se l'è legata al dito, così come la mancata conferma del figlio Piero De Luca, come vicecapogruppo del Pd alla Camera dei Deputati, "demansionato" col ruolo di segretario:

Il problema non è il terzo o il quarto o il quinto mandato, il problema è Vincenzo De Luca, un uomo libero che non ha padroni e non ha correnti. Questo perché tra la bandiera di partito e la verità scelgo la verità e perciò credo di avere il rispetto anche degli altri partiti

Chi vi sta parlando è il più votato d'Italia del Pd. Io ebbi il 70% dei voti. Il Pd alle Comunali di Napoli ha il 12%. Chi vi sta parlando ha preso il triplo dei voti di quello che ha preso la signora Elena Schlein. Non che mi aspetti che mi si dica grazie, ma perlomeno non mi rompete le scatole, fate perlomeno le persone educate.

L'educazione non è un optional vorrei ricordarlo a qualche giovanotto del Pd, ma una precondizione. Se fossimo partito serio, avremmo parlato di quanto fatto alla Regione Campania per sputare sangue e rivendicare con orgoglio le cose fatte. Ma invece siamo dei maleducati, geneticamente scostumati, almeno alcuni di noi.

E poi, via alla sequela di frasi da tiktoker navigato: «Pd partito pollaio», «maleducati»; «imbecilli»; «pinguini»; «mi fate schifo»; «gente che non rappresenta niente e parla»; «cialtroni che stanno a Roma e che vivono di parassitismo». Sostiene che Luca Zaia in Veneto «vive di vita serena»: «Lo trattano con deferenza, lo rispettano, indicano il suo lavoro e qui invece devi stare attento agli imbecilli».

E poi la sfuriata contro chi, nei giorni precedenti, dallo stesso palco ha espresso dubbi sulla ricandidatura, in primis Marco Sarracino, uomo forte di Andrea Orlando nel Pd a Napoli e grande sostenitore della segreteria di Schlein:

Io penso che possa essere eccessivo anche un mandato se uno non è capace di governare, così come penso sia un dovere democratico dare la parola ai cittadini per decidere da chi vogliono farsi governare.

E invece secondo loro dovrebbe decidere qualche imbecille che sta a Roma e che non ha manco il voto della madre. Dopodiché la questione è governare per che cosa?

Non sono un fluido. A me dell'affetto e del sostegno di quelli di Roma non me ne fotte niente, dormo tranquillo la notte. Ma quando mai ho avuto il sostegno del partito? Il problema è l'agibilità che può avere in questo partito un uomo o una donna costretto a far parte di un gruppo o un sottogruppo.

Ce n'è anche per Antonio Misiani, senatore Pd, chiamato a fare il commissario del partito in Campania. Misiani, in carica da aprile 2023. Il governatore ha gioco facile:

Ci sono esponenti del Pd che hanno sette legislature che stanno al governo da dieci anni senza fare niente. Qui è venuto Misiani a fare il commissario e che ha cinque legislature. Era candidato coi pantaloni corti .

È il solito De Luca. Annuncia l'ennesima «operazione verità» e dice che non farà fagotto: nessuna corrente, dice, né scissioni. Chi vorrà attaccarlo dovrà uscire allo scoperto. Ma,  vista la platea alle Terme di Agnano, al momento è assai improbabile.

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