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Le notizie sugli stupri al parco verde di Caivano

De Luca sbeffeggia don Patriciello: “Pippo Baudo con la frangetta”, Meloni lo difende: “Deriderlo è spaventoso”

De Luca definisce il sacerdote di Caivano don Patriciello “Pippo Baudo con la frangetta”. E Meloni lo difende: “Segnale spaventoso”
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De Luca e una foto di Patriciello con Giorgia Meloni
De Luca e una foto di Patriciello con Giorgia Meloni
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La spiegazione della sortita è semplice: per Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, è un soggetto politico a tutti gli effetti, legato al centrodestra del governo di Giorgia Meloni. Per questo motivo, ieri, De Luca ha indirizzato le sue sortite – come al solito verbalmente irruenti e sarcastiche – anche nei confronti del parroco nel Parco Verde di Caivano, sotto scorta per il suo impegno nel quartiere. Patriciello, in tempi recenti, ha legato molto con lo schieramento di governo, diventando un punto di riferimento per Meloni in zona, soprattutto dopo l'orribile vicenda degli stupri di minorenni al Parco Verde e il successivo piano di bonifica dell'area predisposto dal governo.

De Luca contro don Maurizio Patriciello

Cosa ha detto De Luca contro padre Maurizio Patriciello? Nel suo tradizionale monologo video del venerdì diffuso a mezzo social il governatore ha parlato a modo suo di un recente convegno sulla riforma costituzionale per introdurre il premierato in Italia, evento cui la premier ha voluto anche personaggi di spettacolo e società civile: «La Meloni ha presentato il suo progetto di riforma istituzionale, la riforma del premierato, e anche quello è stato un momento di grande commozione. Ho visto la Meloni che presenta il suo progetto a noti costituzionalisti, fra i quali ho notato in modo particolare Iva Zanicchi, Pupo, e ad ascoltare c'era anche un prete del nostro territorio, conosciuto come "il Pippo Baudo dell'area Nord di Napoli", con relativa frangetta. Sono momenti davvero imperdibili».

Con lo stesso mezzo, i social, Patriciello ha replicato dicendosi dispiaciuto: «Non mi permetto – non ne sarei capace e non credo di averne il diritto – di risponderle per le rime. A che servirebbe? Le ferite vanno lenite non procurate. Penso, però, in piena coscienza, di non meritare le offese del tutto gratuite del presidente della mia regione. Che dirle? Alle offese e alle minacce – larvate o meno – ci sono abituato da tempo. Non a caso, da due anni vivo sotto scorta. Un conto, però, è quando arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei. Fa niente. Offro al Signore anche questa mortificazione».

Meloni, solidarietà a Don Patriciello

Stamane è stata Giorgia Meloni a mettere il carico da cento evidenziando la vicenda, giornalisticamente ieri rimasta in un contesto locale, e rimettendola al centro dell'agenda mediatica italiana e lanciando l'hashtag  «#iosonoPadreMaurizio».

Scrive Meloni su Facebook, definendo «spaventosa» la sortita deluchiana:

«Pippo Baudo dell'area nord di Napoli». Così, deridendolo, il presidente della Regione Campania definisce Don Maurizio Patriciello, un prete, un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo.

Padre Maurizio vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell’allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità.

Invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso.Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c'è, al suo fianco. Che non è solo.

E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici.

La controreplica del presidente della Regione Campania

Nella mattinata di sabato 11 maggio, dopo la sortita della premier e la ‘batteria' di attacchi partiti dal centrodestra, De Luca è costretto a rispondere, ancora una volta via social. Il tono è quello sardonico di sempre. Definisce quanto accaduto «fanfaluche», ovvero sciocchezze, cose di poco conto:

Apprendo con animo turbato e contrito che l'onorevole Meloni ha trovato "spaventosa" una mia battuta relativa alla sua performance sul premierato, e al carattere propagandistico che l'ha caratterizzata.

Sono grato e commosso per l'attenzione. Ma sono spaventato del suo spavento.

Mi aspetterei che il Presidente del Consiglio, oltre che delle fanfaluche, si preoccupasse di sbloccare i nostri fondi di sviluppo e coesione bloccati da un anno, e consentisse così la realizzazione di opere e la creazione di lavoro. Consideriamo questa la risposta più efficace ai poteri criminali.

Nel pomeriggio la jacuvella, ovvero il tira e molla, è andato avanti, con Patriciello che ha accusato De Luca di «mettere a rischio» la sua incolumità con queste dichiarazioni e ha chiesto ad Elly Schlein, segretaria Pd di esprimersi, e il presidente di Regione ed esponente del Partito Democratico che invece ha rimarcato: «Patriciello non ha il monopolio della lotta alla camorra».

De Luca vs Patriciello, le reazioni del governo

«Totale e incondizionata solidarietà al parroco del Parco Verde di Caivano, padre Maurizio Patriciello, vergognosamente deriso dal Presidente della Regione Campania,De Luca», dice il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, papabile candidato alle prossime Elezioni Regionali in Campania del 2025.

Scrive sui social il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida: «Parole indegne da parte di un rappresentante delle Istituzioni che deridono la storia di un uomo, di un prete che ha dedicato la propria esistenza a costruire un futuro di speranza lontano dagli spettri di droga, criminalità e degrado per i giovani e le famiglie perbene a Caivano e non solo».

«Solidarietà a Don Patriciello, da sempre in prima linea contro degrado e criminalità. Gli uomini coraggiosi vanno lodati, non infangati» è invece la dichiarazione del vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini. Infine, al sacerdote è giunta la telefonata di solidarietà della presidente della commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo.

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