«Presidente De Luca! Quella stronza daa' Meloni»: non è una fulminante battuta di Palmaroli-Osho, non è intelligenza artificiale al servizio del "Grande Flagello" su Twitter. È tutto vero: a Caivano, nel Parco Verde, dove l'anti-Stato risiede da decenni, lo Stato si adegua e diventa rancoroso come nei dialoghi tra personaggi di una serie tv.
Partiamo dall'inizio: De Luca era arrivato lì convinto tutto sommato di fare presenza, nonostante il territorio fosse ormai politicamente ostile. Del resto cosa poteva attendersi? Dopo gli attacchi settimanali (anche bi-settimanali) al governo, alla presidente del Consiglio, a tutti i soggetti istituzionali fuori dalla sede regionale campana non poteva aspettarsi tappeti rossi e petali di rosa al passaggio. È da troppo tempo che semina per raccoglier tempesta.
Ma quello che è accaduto va oltre l'immaginabile, oltre la parodia, l'assurdo, la più strana delle ipotesi. Che la quarta carica dello Stato, capo di uno dei governi dei Paesi occidentali industrializzati, con la nonchalance degna di un trono over a Uomini e Donne si presenti a mano tesa (ad altezza costituzionalmente adeguata alle disposizioni transitorie e finali) davanti a ministri, prefetti, preti, presidi di scuola, funzionari di Stato e forze dell'ordine e se ne esca con una battuta degna di un meme di Alpha Woman, era davvero difficile prevederlo.
Il 28 maggio 2024 doveva essere la giornata del ricordo dei 50 anni della strage fascista in piazza della Loggia a Brescia . Invece è diventata la giornata di Meloni che blasta De Luca al Parco Verde di Caivano davanti a dotti, medici e sapienti. Una scena che svilisce il ruolo del capo del governo italiano perché il video sta rimbalzando furiosamente su tutti i canali italiani ed esteri.
Questa sorta di bullismo istituzionale non ha mai portato a nulla di buono. E non comunica niente di positivo se non a coloro che intendono la politica come una esibizione muscolare, una caciara, una ammuina, un perpetuo scontro tra le parti e vinca non il più giusto ma il più forte. «Me ne frego» è già stato detto, qualche ventennio fa. E ora, quale sarà il prossimo sdoganamento? Il gesto dell'ombrello a reti unificate?