Vincenzo De Luca ha fatto una campagna elettorale a sostegno di Gaetano Manfredi a Napoli e di Vincenzo Napoli a Salerno fregandosene del ruolo istituzionale, quello di Presidente della giunta regionale della Campania, una posizione che avrebbe richiesto maggior equilibrio ed equidistanza.
Oggi, venerdì 1 ottobre, De Luca non ha rinunciato alla solita diretta social su Facebook, bacchettando gli avversari politici, da Giorgia Meloni a Matteo Salvini. Ieri è andato in giro a passeggiare per Chiaia con Manfredi addirittura annunciandone un assessore, Antonio De Jesu, prefetto e già questore a Salerno e Napoli. La sua presenza è ingombrante a poche ore dal voto.
A Salerno la piazza simbolo del deluchismo, piazza Della Libertà, quella del Crescent, delle mille polemiche e inchieste, quella in cui è vietato far tutto altrimenti «metto le mani addosso» come dice lo stesso governatore, è stata inaugurata in pompa magna dal sindaco uscente e ricandidato e ovviamente dal presidentissimo che si è portato dietro tutti i suoi fedelissimi.
Un tempo la correttezza istituzionale voleva che un presidente di Regione non rinunciasse ovviamente a fare campagna ai propri candidati ma che lo facesse con un certo stile, non il giorno prima del silenzio elettorale, con un appello al voto chiaramente di parte «mi auguro che queste elezioni segnino la conclusione di un decennio, soprattutto per la città di Napoli». Così non è. E la cosa peggiore che a Napoli non si alza una foglia. Nemmeno dagli altri candidati.