De Luca attacca il Governo: “Irresponsabile riammettere medici no vax negli ospedali”
Il reintegro di medici non vaccinati è una decisione "gravissima e irresponsabile" da parte del Governo. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che l'ha definita anche "una offesa alla stragrande maggioranza dei medici responsabili, e una offesa ai pazienti". Una decisione che ha causato malumori in maniera trasversale, anche nel mondo medico. E che ha portato anche all'affondo di De Luca stesso. Decisione che, oltre a "offendere medici e infermieri", rischia anche, aggiunge De Luca, "se si diffonde il contagio fra i medici, di fare avere ancora meno personale in servizio".
Ieri la decisione di reintrodurre l'obbligo di mascherine
Appena ieri, lo stesso presidente De Luca aveva reintrodotto l'obbligo di mascherine negli ospedali e nelle Residenze Sanitarie Assistite fino al 30 novembre. Obbligo esteso anche al personale, agli addetti, agli utenti e ai visitatori. Una decisione che potrebbe essere ulteriormente prorogata anche a dicembre, a seconda di come si evolverà la situazione pandemica in regione.
De Luca: "Decisione totalmente irresponsabile"
Queste le parole del presidente Vincenzo De Luca sulla vicenda:
Gravissima e irresponsabile la decisione del Governo di riammettere negli ospedali e nelle Rsa Medici No vax.
Un’offesa alla stragrande maggioranza dei medici responsabili, e un’offesa ai pazienti.
Altro che rifiuto di una gestione ideologica dell’emergenza! Questa è davvero una decisione tutta ideologica, totalmente irresponsabile, e degna della peggiore politica politicante.
E’ una decisione che offende la stragrande maggioranza dei medici e degli infermieri che si sono comportati in maniera deontologica e responsabile, e ai quali va tutta la mia solidarietà.
E’ una decisione che toglie sicurezza e tutela ai pazienti ricoverati e ai loro familiari.
E’ una decisione che crea enorme difficoltà ai dirigenti delle strutture sanitarie e ospedaliere, nel loro obbligo di tutela della salute dei pazienti.
E’ una decisione che rischia, se si diffonde il contagio fra i medici, di fare avere ancora meno personale in servizio, altro che più medici.