Cutolo morto per setticemia alla gola, aveva avuto la polmonite
Da due giorni soffriva di una setticemia del cavo orale ed era in choc settico. Era già fortemente debilitato ed aveva perso molto peso, arrivando fino a 40 chili. Il "Professore" di Ottaviano, come era soprannominato, si è spento questa sera all'ospedale di Parma, dove era ricoverato da diversi mesi, prima nel reparto detenuti e poi in reparto ordinario. Nonostante le cure del personale sanitario, però, le sue condizioni si sono aggravate fino al decesso.
Lunedì la famiglia è stata informata del peggioramento della sua salute. Secondo le prime ricostruzioni, Cutolo sarebbe stato affetto da un problema di ossigenazione legato ad una polmonite bilaterale che aveva già avuto 15 giorni fa e per un paio di giorni era stato in prognosi riservata. Quando la moglie ha appreso del suo peggioramento avrebbe manifestato l'intenzione di partire per Parma per andare a trovare il marito di persona. Le sarebbe stata riconosciuta, infatti, la possibilità di avere un colloquio straordinario, ma non ha fatto in tempo. La famiglia, dopo aver appreso la notizia della scomparsa, avvenuta questa sera, ha poi cominciato i preparativi per la partenza per l'ultimo saluto.
Curolo era detenuto da decenni col regime del 41bis, ovvero il carcere duro per i responsabili di reati di tipo mafioso, aveva 79 anni e da tempo era gravemente malato. Negli anni Settanta era stato il fondatore della Nco, Nuova Camorra Organizzata, dando il via a una sanguinosa guerra con gli altri clan, che si riunirono appositamente nella Nuova Famiglia. Ad agosto dello scorso anno, era stato ricoverato in ospedale a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il ‘professore' di Ottaviano, che negli anni Ottanta consorziò gran parte della camorra della provincia di Napoli creando un cartello criminale che controllava estorsioni, spaccio e carceri, aveva 79 anni e soffriva da tempo di numerose patologie collegate all'età e alla sua permanenza in carcere. Lo scorso anno in pochi mesi è stato costretto a due ricoveri d'urgenza a Parma lì dove è recluso, all'interno della struttura ospedaliera destinata ai ‘ristretti'. Nell'ultimo periodo era stato più volte trasferito dal carcere al reparto ospedaliero.