A Napoli il culto della “Madonna che scioglie i nodi”: cos’è e dove si trova
Napoli è da sempre città di fede, culti e credenze. È un museo a cielo aperto dove, grazie alle splendide architetture, la religione non riempie solo il cuore, ma pure gli occhi. Non solo: è la patria della superstizione, del "non è vero, ma ci credo", un posto dove sacro e profano sono dirimpettai, se non coinquilini. Per dirne un paio, ci si può sedere sulla "sedia della fertilità" di Santa Francesca, nei Quartieri Spagnoli, "adottare" il proprio teschio nel Cimitero delle Fontanelle al Rione Sanità, farsi lanciare addosso del sale per scacciare il malocchio.
E da diversi anni si può anche chiedere alla Madonna di sciogliere i propri nodi, intesi come preoccupazioni, turbamenti, problemi di coppia o salute. La casa di questo culto è la chiesa della Pietà dei Turchini, in via Medina 19. La sua storia a Napoli è tutt'altro che longeva, ma ha avuto da subito un enorme seguito, grazie anche all'attività della parrocchia: profili Facebook e Instagram – il primo conta oltre 35.000 like – canale YouTube con dirette streaming, email, numero di telefono.
Don Simone Osanna, il parroco, ci racconta le origini di questa credenza: «Il primo “nodo”, Maria l’ha sciolto in Germania, secoli fa. Riguardava Wolfgang e Sophia, due coniugi entrati in crisi dopo qualche anno di matrimonio». Per risanare il rapporto, la donna decise di chiedere aiuto a un gesuita, Jacob, cui consegnò anche il nastro del suo matrimonio. Secondo un’antica tradizione, ormai scomparsa, gli sposi lo usavano il giorno delle nozze, per “legarsi” in un’unione senza tempo. «Sophia l’aveva riempito di nodi, ne faceva uno ogni volta che litigava con suo marito. E durante la preghiera del sacerdote scomparvero tutti». Era il 28 settembre del 1615.
Qualche anno più tardi, il nipote dei due coniugi diventò canonico religioso di quella chiesa e commissionò un quadro a un autore tedesco, in ricordo dell’episodio accaduto ai suoi nonni. Nella parrocchia di via Medina c’è una riproduzione dell’opera originale, realizzata da una pittrice napoletana. È contornata di oggetti molto particolari, chiamati “ex-voti”. Si tratta di grazie ricevute o, se preferite, nodi sciolti. Sono per la maggior parte delle lastre, di argento o acciaio, con degli organi in bassorilievo. Cuori, fegati o polmoni guariti dalla malattia.
Papa Francesco in persona è molto devoto a questo culto. Lo ha conosciuto nella sua Argentina quand’era un semplice sacerdote e, da Pontefice, l’ha diffuso in tutto il mondo. «E noi – dice il parroco – abbiamo deciso di fare lo stesso nella nostra città». È iniziata con un sabato al mese e un piccolo gruppo di fedeli, radunati per il Rosario e la Santa Messa. Con il passare del tempo, i visitatori si sono moltiplicati e hanno iniziato a lasciare ai piedi della Vergine nastri e bigliettini, con su scritti i loro nodi da sciogliere: questioni amorose o economiche, malattie da curare, ma anche “semplici” benedizioni. «Poi abbiamo aggiunto l’atto dell’incendio al termine della celebrazione, con fuoco e incenso, per purificare le nostre voci e farle salire fino al Signore». Oggi per le preghiere si usano dei fazzoletti di carta – scelta ecologica – che si raccolgono in un’urna e si bruciano ogni sabato.
E quest’anno, più di quattro secoli dopo la storia di Wolfgang e Sophia, si celebra la prima festa dedicata a Maria che scioglie i nodi. C'è una novena a partire dal 19 settembre (nove giorni di preghiera, ndr), che si chiuderà il 27 con una processione nelle strade di Napoli. "E il 28 – conclude don Simone – TV2000 trasmetterà in diretta la messa delle 19. La nostra parrocchia è diventata punto di riferimento nazionale per questa devozione".