Crollo al cimitero di Poggioreale, la rabbia dei parenti dei defunti: “Costretti a scavare da soli”

La rabbia dei parenti che, a tre anni dal crollo delle cappelle, sono costretti a scavare con le pale per ritrovare i resti dei defunti: sotto accusa il Comune.
A cura di Antonio Musella
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Le scene che si sono viste al cimitero di Poggioreale di Napoli lasciano senza parole. Non solo perché erano degne di un film horror, con ossa, femori, teschi, denti, che saltavano fuori dalla terra durante gli scavi fatti dai parenti disperati dei defunti mai riesumati dopo il crollo del 2022, ma perché appare incredibile poter vedere una scena del genere, su una vicenda così triste, nella terza città più grande d'Italia. La vicenda inizia con il crollo di alcune cappelle del cimitero di Poggioreale il 5 gennaio 2022. Sotto accusa finiscono gli scavi che Metropolitana Spa sta compiendo sotto la collina di Poggioreale, esattamente sotto al cimitero monumentale della città. Una perforazione, le acque sotterranee che riemergono, si infiltrano nei tunnel e nella terra e provocano il crollo.

Questa la prima ipotesi. In una voragine profonda 30 metri finiscono migliaia di salme, sono quelle delle cappelle che sono crollate come un mazzo di carte su loro stesse. Ad oggi oltre un migliaio di corpi sono stati ritrovati, la maggior parte non sono stati identificati e giacciono in casse numerate sotto una tendostruttura di lamiera davanti alla Chiesa madre del cimitero. Centinaia sono le salme ancora sotto la terra che ha coperto la voragine. Da marzo del 2024 però tutti i lavori sono fermi, nessuno ha più dato risposte ai familiari dei defunti che nel terzo anniversario del crollo si sono presentati con pale e picconi ed hanno iniziato a scavare riesumando molte ossa.

Lavori fermi da Marzo: "Il Sindaco Manfredi è inesistente"

L'appuntamento era stato reso pubblico dal comitato "5 gennaio" che raggruppa i parenti dei defunti, alle ore 9:30 davanti alla Chiesa madre, dove c'è la struttura con tetto di lamiera e tende di plastica che ospita le casse con i resti fino ad ora riesumati dalle macerie. Sono una cinquantina circa i parenti, con striscioni ma anche pale e picconi. Inizia una manifestazione interna al cimitero e una volta arrivati davanti al cantiere fermo, la sorpresa più grande è stata quella di non trovare nemmeno un vigile urbano, un poliziotto, un carabiniere, un semplice custode del cimitero. Nessuno. A quel punto i manifestanti sono entrati nell'area pericolante del cantiere, hanno raggiunto il luogo del crollo e si sono messi a scavare. Per più di un'ora, nonostante il pericolo dell'area, hanno proseguito a scavare riesumando ossa di ogni tipo. Femori, pezzi di teschio, dita, una colonna vertebrale intera, ma anche denti, foto dei defunti che erano sui loculi al momento del crollo. Una scena dall'impatto incredibile.

"Per 3 anni abbiamo provato ad essere collaborativi – spiega a Fanpage.it Pina Caccavale del Comitato – molti corpi bene o male sono stati recuperati, ma da marzo qui è tutto fermo. Nessuno ci ha dato risposte, il Comune fa finta di ignorare il problema". All'inizio del 2024 una perizia del CTU della Procura di Napoli ha escluso delle responsabilità penali di Metropolitana Spa nel crollo. Da quel momento Metropolitana, che si era fatta carico dei lavori di riesumazione, ha smobilitato il cantiere. "Hanno portato via prima le gru e poi ogni altro attrezzo – spiega Caccavale – a marzo farà un anno che da lì terra non si alza un osso. Ci hanno detto che servono 500 mila euro per continuare gli scavi e completare l'esumazione delle ossa. Sono soldi che il Comune di Napoli potrebbe trovare visto che Metropolitana Spa è andata via. Ma no, qua facciamo le statue di 200 mila euro a piazza Municipio ed ha noi ci hanno riempito di promesse non mantenute. Sinceramente per noi in 3 anni Manfredi è stato inesistente, ci ha abbandonato, in questa vicenda io non l'ho visto mai farsi carico di una responsabilità".

La rabbia è davvero tanta tra i parenti che mentre scavano da soli e rinvengono ossa, provano a capire dove potrebbero essere i loro cari, in questo buco enorme riempito di terra, a seconda della posizione del loculo nelle cappelle crollate. "Se entro 15 giorni non abbiamo risposte, saremo di nuovo qua – ci dice Adele Petrazzuolotra due domeniche siamo di nuovo qui. Abbiamo scavato a nemmeno 10 centimetri ed abbiamo trovato le ossa, devono riesumare tutti, fino all'ultimo osso".

Una donna mostra una delle ossa ritrovate durante gli scavi
Una donna mostra una delle ossa ritrovate durante gli scavi

Impossibile sistemare i corpi riesumati: "La Sovraintendenza non risponde"

"Non erano cani, erano madri, figli, padri, noi non li possiamo dimenticare, invece loro vogliono dimenticarli" sottolinea Pina Caccavale. Sotto accusa c'è principalmente il Comune di Napoli, che pure all'inizio era presente su questa incredibile vicenda, con l'Assessore ai cimiteri Vincenzo Santagada, che ha avuto una lunga interlocuzione con i familiari dei defunti. Ma ora la rabbia è esplosa, ci sono cartelli contro il Sindaco Manfredi e l'accusa di non riuscire a trovare 500 mila euro per riprendere i lavori mentre se ne spendono centinaia di migliaia per la statua di Pesce in piazza Municipio. Le ossa raccolte dai familiari verranno sistemate in una cassa che ospita i resti di un parente di una signora del Comitato, sotto la tendostruttura davanti alla Chiesa Madre. Il destino delle oltre mille salme già recuperate è però assolutamente incerto.

Il cardinale Don Mimmo Battaglia aveva offerto ai familiari dei defunti la possibilità di utilizzare alcune cappelle di proprietà della Curia di Napoli che sono disponibili. Si tratta però di cappelle dell'800 che vanno sistemate per poter ospitare i resti dei defunti riesumati che sono ospitati nella tendostruttura. "Questo è un cimitero monumentale – spiga Caccavale – per fare qualsiasi tipo di lavoro serve il parere della Sovraintendenza. Don Mimmo Battaglia si è messo a disposizione ma la Sovraintendenza non risponde alla Curia, non risponde al Comune di Napoli e non risponde a noi. Anche se avessero voluto solo dirci che non si può fare nessun lavoro di ristrutturazione, almeno dateci la soddisfazione di una risposta. Invece il silenzio assoluto". Il luogo in cui sono ospitate le casse con i resti riesumati è davvero inquietante. La maggior parte delle casse di legno reca la scritta "Ignoto" e un numero progressivo. Alcune bare invece sono state recuperate quasi intatte. Tra queste alcune piccole, evidentemente di bambini, che giacciono sulle scaffalature in metallo una sopra l'altra. Alcuni parenti portano i fiori, ma non ci sono foto, a qualcuno è stato scritto il nome con un pennarello nero sulla cassa. Una situazione indecorosa e indignitosa.

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