“Croce nera”, il sistema delle ambulanze della San Pio: “Comandano loro, ci minacciano con pistole”
a cura di Antonio Musella, Gaia Martignetti e Peppe Pace
Sono pochi i servizi che definiscono meglio una questione di "vita o di morte", come quello dell'emergenza trasporto infermi. Nel momento in cui si chiama un'ambulanza si è attraversati dalla paura, dalla preoccupazione, dall'ansia. Stati d'animo che rendono fragili davanti a eventuali richieste economiche dei soccorritori. In quegli istanti si bada solo alla salute dei propri cari. Solo dopo si fanno i conti con quanto è accaduto. È la sintesi di quanto avvenuto a Napoli a novembre 2020. Una mamma ha bisogno di portare il figlio disabile dall'ospedale Cardarelli a casa. Per farlo decide di ricorrere a un servizio di ambulanza privato. Una volta arrivata a casa, ai Quartieri Spagnoli, le vengono chiesti 500 euro per il trasporto. Nel quartiere scoppia l'indignazione, si organizza una colletta per aiutare la famiglia, che pagherà i 500 euro senza il rilascio di nessuna ricevuta. Quell'ambulanza era dell'associazione Croce San Pio di Napoli, di Marco Salvati. Ed è da quell'episodio che l'inchiesta di Fanpage.it parte per accendere un faro su questo mondo. Le cosiddette "croci private" sono associazioni di volontariato, che fanno parte di un settore i cui incassi sono saliti alle stelle con la pandemia da coronavirus. Ma partiamo da un presupposto: le ambulanze private non appartengono alla rete regionale del 118. A differenza di queste ultime che trasportano i degenti negli ospedali che hanno disponibilità, le croci private sono una sorta di taxi. L'associazione Croce San Pio di Marco Salvati appartiene alla schiera delle ambulanze private.
Le minacce con le pistole e la rete di corruzione
Marco Salvati era già noto alle cronache. Nel 2005 finì in un'inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli. Al tempo Salvati gestiva la Croce Cangiani ed era accusato di far parte di un sistema di racket delle ambulanze private. Fu condannato a 6 anni con pena definitiva e interdizione perpetua dai pubblici uffici per i reati di illecita concorrenza con minacce, ricettazione e lesione personale con l'aggravante del metodo mafioso. Con il passare degli anni Salvati ha dato vita alla Croce San Pio, associazione che non ha convenzioni con il pubblico ma che si occupa del trasporto privato dei malati. Il sistema messo in piedi da Salvati con la Croce San Pio è basato su una serie di affari e connivenze che lo hanno reso monopolista, tanto da costringere altri gestori di ambulanze al fallimento a causa dei metodi violenti utilizzati. Lo racconta un gestore di una società privata di ambulanze a Fanpage.it. L'uomo è stato colpito dalle minacce di Salvati che lo hanno costretto nel tempo sull'orlo del fallimento. "Veniamo aggrediti e siamo stati anche minacciati con delle pistole, su al Cardarelli, perché dovevamo andare via dalla zona ospedaliera, perché nella zona ospedaliera deve lavorare solo Marco Salvati. Quelli che ci sono venuti a minacciare erano camorristi” racconta l'imprenditore. “Se si avvicina qualcuno all'ospedale, dopo 3-4 minuti vengono delle motociclette vicino che ci danno l'ultimatum e dopo scatta la punizione" continua l'imprenditore, la cui identità viene celata per evitare ritorsioni violente. "Esiste un sistema di monopolio gestito da Salvati e dalla Croce San Pio in tutti gli ospedali di Napoli e provincia – prosegue – all'interno delle strutture ospedaliere infermieri, operatori socio sanitari, ditte di pulizia, guardie giurate, chiamano Marco Salvati nel momento in cui c'è bisogno di una ambulanza, perché Marco Salvati gli da un contributo dai 50 ai 100 euro". Il sistema ricostruito sarebbe questo: se bisogna portare a casa un paziente dall'ospedale e serve un'ambulanza privata, si avvicinano ai familiari del degente direttamente delle persone interne alla struttura ospedaliera che indirizzano alle ambulanze della Croce San Pio. Un meccanismo del tutto illegale, che distrugge la concorrenza e crea un monopolio. Nessuna ambulanza o personale delle croci private potrebbe sostare all'interno di un ospedale pubblico, senza che vi sia una convenzione con lo stesso. Con delle telecamere nascoste siamo entrati all'ospedale Cardarelli di Napoli, per verificare quanto detto dall'imprenditore minacciato. Abbiamo chiesto a una guardia giurata in servizio al pronto soccorso, a chi rivolgerci per portare a casa un paziente con un'ambulanza privata. Il vigilantes ci ha indirizzato nel gabbiotto della sicurezza che si trova nel trauma center dell'ospedale, proprio alle spalle del pronto soccorso. Le nostre telecamere hanno potuto testimoniare il meccanismo. Il vigilantes porta i clienti direttamente nel loro ufficio di servizio dove staziona a "tempo pieno", come ammette lui stesso, un addetto della Croce San Pio, che dice di chiamarsi Nicola. Si discute delle modalità e del prezzo. "Io sto sempre qua, tutti i giorni" dice Nicola porgendoci il biglietto da visita della Croce San Pio. A guadagnarci sono anche gli intermediari, come dimostra un filmato girato di nascosto con un telefonino, dove un vigilantes del Cardarelli racconta come abbia procurato a Salvati un trasporto di un malato da Napoli a Paola in Calabria. "Mi ha dato un milione in mano, mi fece fare Natale" commenta la guardia giurata dell'ospedale. "Tutti chiamano a Marco Salvati – spiega l'imprenditore minacciato – perché Marco Salvati è un buon partito, è lui che porta 50 o 100 euro alla volta a chi lo chiama”. Per tutti gli altri lavorare è impossibile.
Il business del finto morto e le denunce cadute nel vuoto
A denunciare l'operato di Marco Salvati, non sono stati solo gli imprenditori minacciati con le pistole e ridotti in miseria, ma anche Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale della Campania. "Salvati è un personaggio inquietante, che io ho denunciato più volte, un soggetto del genere non dovrebbe avere niente a che fare con la sanità pubblica. Utilizza con Croce San Pio dei metodi di tipica intimidazione camorristica, minacce, pestaggi – spiega Borrelli – io feci aprire un'inchiesta all'interno del Cardarelli, quando era direttore generale Ciro Verdoliva, questa inchiesta non riesco a sapere cosa ha prodotto". Il "metodo Salvati" riusciamo a capirlo anche grazie alla registrazione di una telefonata, di cui Fanpage.it è venuta in possesso. Si tratta di una conversazione tra Marco Salvati e un altro gestore di ambulanze private: " Il tempo che parliamo io e te, fai andare i ragazzi fuori dall'ospedale. Poi ne parliamo io e te, poi dopo il restante si vedrà, però per il momento falli andare via i tuoi da sopra all'ospedale. Sono stato penso molto esaustivo no?". Una telefonata che dimostra come Salvati faccia il bello ed il cattivo tempo in alcuni ospedali napoletani: Decide lui chi può sostare fuori agli ospedali ad attendere un cliente privato. Dimenticando però che la legge vieta assolutamente alle croci private di sostare sotto un pronto soccorso senza una precisa convenzione. “Salvati è specializzato in una cosa inquietante, cioè nel trasporto a casa delle persone decedute" racconta Borrelli, riferendosi all'usanza di riportare a casa una persona dall'ospedale quando è ormai morta. "I defunti non possono essere trasportati a casa" spiega Giuseppe Galano direttore del servizio di 118 della Campania. "Possono essere trasportati dall'ospedale a un cimitero. Nessun altro tipo di trasporto può essere fatto". "Lui faceva finta con connivenze interne all'ospedale, racconta il consigliere Borrelli, che determinati soggetti non risultassero morti e che loro facevano l'ultimo trasporto in emergenza a casa. Per fare questo si faceva dare dai 700 ai 1500 euro approfittando del dolore della gente, ovviamente tutti quanti in nero”. La testimonianza di questi trasporti illegali di defunti è in un video arrivato alla redazione di Fanpage.it. È il luglio del 2019, le immagini mostrano Marco Salvati mentre carica su una delle sue ambulanze una donna anziana, deceduta all'ospedale di Torre del Greco. È il trasporto del "finto morto", una delle attività più redditizie della Croce San Pio. Una pratica assolutamente fuorilegge.
Ambulanze senza assicurazione e abusi nella rimessa
Ma possibile che davanti a denunce pubbliche e rivolte alle istituzioni sanitarie, alla Procura della Repubblica, Salvati continui a operare tranquillamente? Si è mosso poco o nulla, questo bisogna dirlo subito. Ma lo scorso 25 novembre la Polizia di Stato ha fatto un blitz nella rimessa della Croce San Pio in via Saverio Gatto, a pochi metri dalla stazione della metropolitana "Colli Aminei". Come si legge dalla nota della Questura, sono stati ritrovati dei manufatti abusivi e alcuni mezzi sprovvisti di assicurazione. Le autorizzazioni al trasporto infermi privato vengono rilasciate dal Comune di Napoli dopo un'istruttoria condotta dalla Asl Napoli 1. Come spiega l'Assessore alla Salute del Comune di Napoli, Francesca Menna: "Il titolare delle ambulanze chiede all'unità operativa di prevenzione collettiva che è dell'Asl, l'autorizzazione. I requisiti sono l'assicurazione, il libretto di circolazione, e che la rimessa sia a posto. Sono arrivate tutte le documentazioni, l'autorizzazione che riguarda la San Pio è la numero 7 del 2018". Ma se pochi mesi fa la polizia ha trovato mezzi senza assicurazione e dei manufatti abusivi nella rimessa della Croce San Pio, come è possibile che questa situazione non vada a inficiare l'autorizzazione concessa dal Comune? "Io non ero a conoscenza di quello che è accaduto il 25 novembre – risponde l'Assessore Menna – ma nel momento in cui dovesse arrivare una documentazione ufficiale con delle problematiche, c'è la sospensione e viene revocata o non viene data l'autorizzazione".
Galano (118 Campania): "Attenti alle croci private"
Uno scenario quello che emerge dalle attività della Croce San Pio che fa rabbrividire. Abbiamo chiesto al direttore del servizio 118 della Regione Campania, Giuseppe Galano, di spiegare come funziona il mondo delle ambulanze. "La Asl Napoli 1 ha un'organizzazione per le ambulanze con risorse proprie e sono circa il 60% . Poi c'è un 40% composto da Croce Rossa e Bourelly che sono convenzionati con l'Asl Napoli 1”. Poi però c'è il mercato privato: “Tutte le croci non sono uguali – spiega Galano – diciamo che questo è un mercato particolare, anche un po' oscuro, nessuno può sostare sotto ad un pronto soccorso che non abbia l'appartenenza pubblica". Eppure questo avviene sistematicamente. Un ulteriore dimostrazione è fornita da un video, girato a dicembre del 2020. Siamo all'Ospedale del Mare e le immagini mostrano le ambulanze della Croce San Pio parcheggiate nell'area del Pronto Soccorso dell'ospedale di Napoli Est. Eppure la Croce San Pio non ha convenzioni con l'Asl Napoli 1 e , come dice lo stesso Galano, è severamente vietato per le ambulanze private sostare nei pressi di un ospedale pubblico. Come è possibile quindi che all'Ospedale del Mare le ambulanze di Salvati siano parcheggiate nel Pronto Soccorso? Possibile che nessuno veda nulla? E intanto come racconta il nostro imprenditore minacciato: "So che la magistratura è lenta, so pure che arriverà sicuramente giustizia, ma nel frattempo questo qui si sta arricchendo e più si arricchisce e più mette ambulanze" un affare che sembra non avere fine. Lo stesso Galano però si rivolge a tutti i cittadini: "Io lancio un monito da un lato ma anche un avvertimento all'utenza. Bisogna rifarsi in casi di estrema necessità ad enti ben conosciuti, certificati e autorizzati". Oltre agli appelli la speranza è che arrivino anche i controlli all'interno degli ospedali da parte delle istituzioni sanitarie. Ma soprattutto la verifica di questo sistema documentato da Fanpage.it da parte della magistratura e delle forze dell'ordine.