Cristina Frazzica travolta sul kayak e uccisa, indagato l’avvocato Guido Furgiuele
C'è un indagato per la morte di Cristina Frazzica, la ricercatrice trentenne travolta e uccisa mentre era in kayak domenica a Napoli, al largo di Posillipo: si tratta di un noto avvocato napoletano, Guido Furgiuele, che aveva soccorso l'altro ragazzo poco dopo l'incidente. Le ipotesi di reato sono di omicidio colposo e omissione di soccorso.
L'uomo è il proprietario di una delle tre barche che sono state individuate dalla Capitaneria di Porto e sequestrate nel pomeriggio di oggi. Secondo l'ipotesi degli inquirenti l'avvocato, dopo aver travolto la canoa, si sarebbe allontanato per poi tornare sul luogo dell'incidente e prestare soccorso al 33enne; resta da definire se si fosse accorto dell'impatto.
L'incidente a Posillipo domenica
La ragazza, che viveva a Voghera, in provincia di Pavia, da novembre era a Napoli per studiare alla PharmaTech Academy della Federico II. Giovedì era uscita in canoa con un amico, un avvocato 33enne napoletano. I due erano al largo delle coste di Posillipo quando sono stati travolti da una imbarcazione che subito dopo si è dileguata. Nell'impatto Cristina Frazzica sarebbe stata travolta dalle eliche, le gravi ferite non le hanno lasciato scampo. Il ragazzo, invece, è rimasto illeso: sarebbe riuscito a tuffarsi e a evitare di venire travolto. Il 33enne ha raccontato di avere raggiunto il kayak e di avere chiesto aiuto ad una imbarcazione di passaggio, da cui è poi partito l'allarme circa mezz'ora dopo l'incidente.
Morta in kayak, indagato Guido Furgiuele
Il corpo della ragazza è stato recuperato dalla Capitaneria di Porto; l'autopsia, già disposta, sarà fondamentale per capire se sia morta sul colpo o se un tempestivo soccorso avrebbe potuto salvarle la vita. Secondo gli inquirenti il soccorritore potrebbe essere la stessa persona che poco prima ha travolto il kayak.
Guido Furgiuele non si sarebbe accorto dell'impatto, così come le altre persone che erano a bordo con lui, e la sua attenzione sarebbe stata richiamata soltanto dal giovane in acqua successivamente: la versione resta da accertare perché non si esclude, infatti, che il natante viaggiasse ad alta velocità e che, con la prua sollevata, il guidatore effettivamente non abbia visto i due giovani in mare. L'uomo è stato sottoposto ad interrogatorio. Nelle prossime ore verranno svolte le perizie sulle tre imbarcazioni sequestrate, individuate anche grazie alle telecamere di sicurezza di villa Rosebery, davanti alla quale è avvenuto l'incidente, per avere la conferma sull'identificazione.