Cristina Alongi uccisa da un albero a Napoli, il Comune rifiuta il risarcimento al fratello
Il Comune di Napoli rifiuta il risarcimento al fratello di Cristina Alongi, morta il 10 giugno 2013, schiacciata da un pino caduto mentre passava con la sua auto in via Aniello Falcone a Napoli. Il Municipio ha rifiutato di partecipare all'incontro per la mediazione. Il ministero dell'Interno non si è presentato. Il fratello di Cristina, Elio, in qualità di erede anche del padre Lucio, deceduto purtroppo alcuni anni fa, ha espresso il suo "rammarico per la completa assenza delle istituzioni nonostante il recente accertamento in sede civile da parte del Tribunale di Napoli della loro responsabilità risarcitoria per i danni cagionati".
Il fratello ha chiesto un risarcimento di mezzo milione
Per la morte di Cristina ci sono già state condanne in sede penale e una in sede civile, quest'ultima ha disposto un risarcimento di un milione di euro per il vedovo e la figlia di Cristina, condannando in solido il Comune di Napoli e il Ministero dell'Interno, responsabile per i vigili del fuoco. Secondo il giudice, quella tragedia si poteva evitare. Anche il fratello di Cristina, Elio, ha chiesto un risarcimento, "nel rispetto della memoria di Cristina e del dolore del papà Lucio – spiega l'avvocato di Elio, Patrizia Alongi, cugina a sua volta di Cristina – che è morto dopo pochi mesi. C'è il diritto a che l'autorità giudiziaria accerti in sede civile la responsabilità risarcitoria degli enti, come è stato fatto nella recente sentenza del Tribunale in favore del vedovo e della figlia di Cristina. Elio agisce in proprio e come erede di Lucio, che è morto di dolore dopo pochi mesi".
L'incontro da remoto presso la sede dell’Organismo di Mediazione ISCO SRL, lo studio legale Michele Grano, si è tenuto martedì 28 febbraio scorso. Elio era assistito dal suo legale, l'avvocato Patrizia Alongi. Alla base della mediazione una "richiesta risarcimento danni subiti e subendi iure proprio e iure hereditas a causa del decesso di Cristina Alongi". Il valore della controversia è di mezzo milione di euro.
Il Comune ha rifiutato la mediazione
Il Comune di Napoli, però, regolarmente convocato tramite pec, ha rifiutato la mediazione: “Per il Comune di Napoli – la risposta dell'ente – si riscontra l'istanza di mediazione di cui all'oggetto e si rappresenta che non vi sono le condizioni per partecipare, in quanto è tutt'ora oggetto di contestazione giudiziale il grado di responsabilità con il Ministero dell'Interno”. Anche il Ministero degli Interni, tramite l'Avvocatura dello Stato, è stato regolarmente convocato tramite pec, ma non ha risposto né ha giustificato l'assenza. Elio ha stigmatizzato la completa assenza delle istituzioni.
I familiari hanno fatto causa
"La sera stessa del 28 febbraio – conclude l'avvocato Patrizia Alongi – ho notificato l'atto di citazione per risarcimento danni sia al Comune che al Ministero dell'Interno. Siamo stati costretti a farlo, perché entrambi gli Enti, pur ritenuti responsabili in sede penale e civile, non hanno voluto assumersi la responsabilità risarcitoria. Il fratello ha aspettato che gli Enti dessero una risposta anche umana, ma adesso si farà la causa in sede civile, che, come detto, non ha intento speculativo, ma è finalizzata al rispetto della memoria di Cristina e anche del grande dolore patito dal papà Lucio e dal fratello Elio". L'udienza per la causa si tratterà al Tribunale di Napoli il 14 luglio prossimo.