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Covid 19

Perché la Campania è di nuovo a rischio Covid19: più contagi, meno tamponi, vaccini in ritardo

Ci sono molti motivi per essere preoccupati di un ritorno dei contagi Coronavirus in Campania. Aumenta il numero di casi Covid-19 si alza anche la loro età media. Significa che dopo le vacanze molti giovani positivi asintomatici hanno infettato persone anziane a casa e che una buona parte di questi ultimi ora deve ricorrere a cure mediche e ospedaliere. Il numero di tamponi giornalieri effettuati in regione è diminuito: segno di una difficoltà strutturale del sistema che va subito corretta. Infine, siamo in ritardo anche con la campagna vaccinale contro l’influenza di stagione.
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Perché il primo atto di Vincenzo De Luca, rieletto presidente della Regione poche ore fa, è stato ripristinare l'obbligo di mascherina all'esterno in CampaniaCi sono più fattori alla base di questa decisione. Analizziamoli tutti, a partire dal problema dei contagi fino a quello connesso ai vaccini anti influenzali.

L'età media dei contagiati in Campania

L'altroieri De Luca ha sentito i dirigenti delle Aziende sanitarie locali e gli ospedali che stanno ospitando i malati Covid-19. Il dato che emerge è l'aumento significativo dell'età media dei casi positivi in Campania, elemento inserito in passaggio dell'ordinanza regionale, che impone l'utilizzo delle mascherine anche all'aperto per motivare il provvedimento restrittivo. Si tratta di  contagi avvenuti tra fine agosto e settembre 2020. L'ipotesi tracciata degli epidemiologi: una parte di giovani – che in questa estate sono ritornati a muoversi, a viaggiare, sono stati a mare e in comitiva – al ritorno da positivi asintomatici hanno contagiato parenti anziani o fragili (immunodepressi), tutti soggetti che inevitabilmente una volta contratto il Covid-19 vanno a finire in ospedale: in reparto se tutto va bene, altrimenti in subintensiva o purtroppo in intensiva.

Occorre fare cosa per arginare l'infezione e il contagio a macchia d'olio? Ridurre i tempi tra l'inizio della contagiosità e l'isolamento. Il testo dell'ordinanza regionale che riporta stralci del report di monitoraggio nazionale Covid è molto chiaro in tal senso sulle strategie da adottare:

Rimane fondamentale mantenere una elevata consapevolezza della popolazione generale circa il peggioramento della situazione epidemiologica e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale, l’uso delle mascherine e il distanziamento fisico. La situazione descritta in, relativa prevalentemente ad infezioni contratte tra fine agosto ed inizio di settembre 2020, conferma la presenza di importanti segnali di allerta legati ad un aumento della trasmissione locale. Al momento i dati confermano l’opportunità di mantenere le misure di prevenzione e controllo già adottate dalle Regioni/PPAA e essere pronti alla attivazione di ulteriori interventi in caso di evoluzione in ulteriore peggioramento. Si raccomanda alla popolazione di prestare particolare attenzione al rischio di contrarre l’infezione in situazioni di affollamento in cui si osserva un mancato rispetto delle misure raccomandate e durante periodi di permanenza in Paesi o aree con una più alta circolazione virale. In questi casi, si raccomanda di prestare responsabilmente particolare attenzione alle norme comportamentali di prevenzione della trasmissione di SARS-CoV-2, in particolare nei confronti di fasce di popolazione più vulnerabili.

In Campania si è ridotto il numero di tamponi. E non è positivo

L'unico modo per stanare gli asintomatici è il tampone.  In questi giorni , si è drasticamente ridotto il numero di tamponi effettuati in Campania: De Luca aveva promesso di arrivare a 10-12mila e invece ieri se ne sono fatti 4mila. Il motivo? Mancano i reagenti per i tamponi che dovranno arrivare così come dovranno essere rafforzate le strutture pubbliche e private che in Campania svolgono questo lavoro. Ora però la Regione dovrà concentrare i suoi sforzi nello stanare i positivi al Covid nelle residenze per anziani, negli ospedali, nel personale della scuola e dei trasporti, tutta gente che potenzialmente può veicolare e moltiplicare il contagio anche nei confronti di fasce a rischio che poi dovranno essere ospedalizzate.

La situazione di Covid Center e terapie intensive

L'ospedale Cotugno di Napoli, avamposto della lotta al Covid, è di nuovo preso d'assalto. Luigi Sparano e Corrado Calamaro della Fimmg Napoli, all'indomani delle nuove file che si sono registrate davanti al presidio infettivologico spiegano: "Bisogna far comprendere ai cittadini che non si può andare in ospedale a fare tamponi senza aver interpellato prima il proprio medico di famiglia. Se non si cambia rotta molto presto sarà il caos. Saltando il passaggio con lo studio del medico di famiglia, il dato epidemiologico rischia di disperdersi e di alimentare ulteriori disagi". In realtà anche i medici di famiglia non sono tutti uguali e non tutti rispondono con celerità alle telefonate e alle richieste dei pazienti. E non siamo ancora nel periodo critico dell'influenza di stagione.

Il direttore dell'Azienda ospedaliera dei Colli, Maurizio di Mauro spiega a Fanpage.it lo stato dell'arte:

La situazione al momento purtroppo non è tranquilla. Abbiamo in questo momento un numero di ricoveri al di sopra di quello che era previsto nella fase B. Abbiamo avuto un incontro con il presidente De Luca e abbiamo deciso di passare alla fase C, cioè implementare i posti letto secondo quanto previsto dal potenziamento della terza fase. Nnell'arco di una settimana ci attesteremo a 136 posti letto totali, convertendo anche i posti del vecchio Cotugno in Covid. Metteremo a disposizione 9 posti rene per pazienti Covid bisognevoli di dialisi. Tre per pazienti Covid in stato detentivo e una sala operatoria ibrida dedicata a pazienti positivi, per emergenze cardiologiche ed emodinamica, emergenze chirurgiche e quelle in traumatologia, escludendo traumi complessi o che richiedano interventi di neurochirurgia. Ma non trasformeremo il Cotugno in Covid Center. Attraverso percorsi separati manterremo 30 posti letto per garantire le altre patologie infettive, oltre altri 8 di terapia intensiva non Covid.

Mancano all'appello i Covid Center delle altre province, commissionati, pagati, realizzati ma non collaudati per gravi problemi, come denunciato in una inchiesta di Fanpage.it. Per ora di quelle strutture non si sa praticamente nulla: è calato un preoccupante silenzio. 

I vaccini anti-influenzali sono in ritardo

Siamo in ritardo anche coi vaccini contro l'influenza di stagione. Perché sono così importanti? Due motivi: il primo è che vaccinare significa ridurre il numero di eventuali ricoveri per influenza stagionale in reparti di patologie polmonari durante la probabile (lo dice l'Oms) temuta recrudescenza del Covid nel periodo invernale.  La seconda è che a vaccino effettuato sarà più facile distinguere tra una ‘semplice' febbre di stagione e il Covid-19.

Silvestro Scotti, Presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli, in una intervista a Fanpage.it ha spiegato:

Troppi ritardi sulla consegna dei vaccini per l'influenza stagionale. Il ministero e l'Aifa hanno raccomandato di iniziare la campagna di vaccinazione dal 1 ottobre, ma le dosi non sono ancora arrivate. Se i vaccini arrivano a fine ottobre, con le nuove norme anti-Covid per il distanziamento sociale e la necessità delle prenotazioni ci saranno tempi lunghi, gli studi dei medici di famiglia rischiano di essere ingolfati e sarà difficilissimo finire prima di Natale quando si prevede il picco. Bisogna intervenire subito per accelerare la distribuzione dei vaccini ai medici di base. Noi stiamo pensando a un camion itinerante che girerà Napoli per vaccinare mille persone al giorno

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