Covid, pastori con le mascherine sul presepe dell’ospedale Cotugno di Napoli

Il Coronavirus, da circa un anno ormai, ha cambiato le abitudini, ma anche le tradizioni, di noi tutti. Lo si avverte in particolar modo in questo periodo natalizio, che sarà certamente diverso da tutti i precedenti. E allora, per adeguarsi al contesto che stiamo vivendo e per rendere attuale una tradizione antichissima come quella del presepe, alcuni infermieri dell'ospedale Cotugno di Napoli, impegnato dal mese di marzo, in prima linea, a combattere la pandemia, hanno deciso di far entrare il Coronavirus tra le casette di sughero, il muschio e le lucine: i pastori del presepe allestito dagli infermieri dell‘VIII divisione Malattie Infettive dell'Emigrazione del nosocomio partenopeo, indossano mascherine e visiere. In una zona del presepe, in cui i pastori, pur indossando i dispositivi di protezione individuale, sembrano invece non rispettare il distanziamento, è stato affisso anche un cartello sul quale si legge "area congiunti".
"Gli infermieri hanno un po' ‘stressato' quello che vivono quotidianamente qui in ospedale da mesi ormai – ha spiegato il dottor Elio Manzillo, primario del reparto di Malattie Infettive dell'Emigrazione dell'ospedale Cotugno – portando sul presepe la loro quotidianità fatta di bombole di ossigeno, mascherine che hanno realizzato a mano e con cui hanno bardato i pastori esattamente come fanno con loro stessi tutti i giorni. Svolgono un lavoro massacrante – ha concluso il dottor Manzillo – cosa che purtroppo molte volte è un aspetto che fugge ai più perché assistere un paziente Covid non è assolutamente uguale che assistere un paziente qualunque".