Covid, guerriglia Napoli, Sarracino (Pd): “No violenza ma servono aiuti, qui c’è una bomba sociale”
Due ore di scontri sotto gli uffici di Vincenzo De Luca a Napoli, nel quartiere di Santa Lucia, è questo il bilancio della prima notte di coprifuoco in Campania che è scattata poche ore dopo l'annuncio in diretta Facebook da parte del governatore di un imminente nuovo lockdown sul territorio regionale. Scontri violenti, che hanno fatto registrare diversi contusi e due arresti eseguiti dalla Digos di Napoli. Il giorno dopo si contano i danni nella zona di Santa Lucia, ma si fa anche il punto della situazione su cosa è successo, provando ad andare oltre le immagini della violenza. Nel pomeriggio è stato convocato il Comitato per l'Ordine Pubblico e la sicurezza a cui prenderanno parte anche i rappresentanti della Regione Campania e del Comune di Napoli, oltre alle forze dell'ordine ed al Prefetto di Napoli Marco Valentini. Fanpage.it ha sentito il segretario metropolitano del Partito Democratico Marco Sarracino, per analizzare lo scenario della polveriera campana di queste ore.
Segretario che idea si è fatto di quello che è accaduto ieri notte?
Premetto che la violenza va sempre condannata e non può essere tollerata, ma la situazione è complicata direi drammatica. La politica non può commettere l'errore di avviarsi ad un'analisi superficiale di quanto accaduto perché quello che è avvenuto ieri notte rischia di essere la prima parte di una vicenda che può assumere un carattere internazionale. C'è gente che soffre davanti ad un nuovo lockdown, sono certo delle motivazioni che hanno spinto De Luca ha illustrare la crisi sanitaria, i dati sono sotto gli occhi di tutti. Ora però insieme al governo bisogna dare una risposta immediata che sappia garantire i ristori a chi è stato colpito e sarà colpito dalla crisi.
Sta dicendo a De Luca che prima del lockdown ci vogliono i sostegni economici?
Bisogna farlo contemporaneamente, parliamo di un territorio, quello napoletano e campano, che è una bomba dal punto di vista sociale con tassi di povertà tra i più alti d'Italia, quindi la crisi sanitaria non può essere affrontata senza affrontare anche la crisi sociale. Questa non è solo la posizione del Pd ma anche dell'ANCI, degli enti locali, e la preoccupazione delle categorie sociali e dei corpi intermedi. Bisogna coinvolgere questi soggetti nella discussione, non possiamo permetterci una mancanza di collaborazione istituzionale.
Lei ha detto che gli uomini soli al comando non possono gestire questa situazione, secondo lei c'è anche un problema di toni sbagliati da parte del presidente De Luca nel comunicare le sue decisioni?
Ora serve una comunicazione capace di spiegare come ne usciremo. Occorre costruire una nuova empatia affinché la paura anziché trasformarsi in rabbia si trasformi in speranza.
I contagi corrono vertiginosamente, ci si poteva far trovare più pronti a questa seconda ondata?
Stiamo affrontando un tempo inedito per tutti, la sanità campana viene da 10 anni di commissariamento e di tagli, che ha causato una diminuzione dei servizi rispetto ad altre regioni. Non ce la caveremo con un "si poteva fare di più". Ma ce la caveremo se tutti insieme capiremo quali sono le soluzioni immediate per uscire da questa situazione.
Il governo nazionale a Marzo ha varato una serie di misure importanti, così come la Regione Campania, l'impressione è che oggi non ci siano più soldi, lei cosa ne pensa?
Bisogna lavorare per trovarle queste risorse. Il Recovery Fund è una battaglia vinta, ma lontana dal mostrare i suoi frutti. La priorità è la tenuta sanitaria e quella economica, queste sono le priorità del paese in questo momento storico.