Covid Campania, De Luca: “Sono preoccupato per Natale. Via i medici che rifiutano terza dose”

Chiudere la Campania a Natale 2021 per il Covid? "Sono preoccupato, abbiamo 8.500 contagiati. Quest'inverno rischiamo di avere gli ospedali pieni". A lanciare l'allarme è il governatore Vincenzo De Luca accelera sulla campagna di vaccinazione anti-Covid, in vista delle prossime feste di Natale, e punta il dito contro i medici che non vogliono vaccinarsi: “Se c'è qualcuno tra gli operatori sanitari che non vuole la terza dose che vada a casa – dice, intervenendo a margine del giuramento di Ippocrate dei neo laureati in Medicina al teatro Augusteo di Napoli – È importante continuare a vaccinarsi e procedere con quelle obbligatorie. Vaccinarsi non è un atto di repressione, ma di civiltà. Non possiamo permetterci distrazioni, altrimenti è un'ecatombe. E non è un caso che siamo l'unica regione che ha mantenuto l'obbligo della mascherina”.
De Luca: “No vax sono senza cervello”
“I No Vax – aggiunge il presidente della Regione Campania – sono ‘No cervello', un'altra categoria. Il primo danno che fanno è ai malati oncologici, di cuore o di diabete. Se si ingolfano gli ospedali non avranno più cure. L'onda negativa della irrazionalità di queste settimane potrebbe ricadere sui bambini la cui campagna vaccinale è rallentata. Ma col picco influenzale tra dicembre e gennaio sarà difficile distinguere l'influenza normale dal Covid, ci sarà una sovrapposizione e il Santobono rischia di ingolfarsi”.
“Sono preoccupato per Natale”
Il governatore poi interviene anche su possibili chiusure e restrizioni per il Covid per il periodo di Natale. “Dobbiamo preoccuparci – dice – siamo a 8.500 positivi. C'è una soglia critica oltre la quale il contagio si diffonde, anche se i positivi in grandissima parte non vengono ricoverati grazie alla campagna di vaccinazione”. Se la Campania resterà aperta o chiusa a Natale, quindi, “dipenderà dai nostri concittadini”, conclude il governatore. “Qualche ora fa – aggiunge – credo sia morta una giovane mamma che era stata ricoverata quasi due mesi fa per Covid. Una donna che era in gravidanza, è morto il bambino già un mese fa, è morta anche la mamma. Questi episodi drammatici ci sentono a ricordare che quando parliamo di Covid non bisogna banalizzare, ho la sensazione che molti guardino al Covid come a una influenza non è così. Abbiamo una aggressione per le fasce più giovani, sotto i 15 anni”.