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Covid 19

Perché la Campania è zona gialla Covid e perché De Luca non rispetterà il Dpcm

Campania, la regione camaleonte: in mattinata era rossa, poi arancione e in serata, a sorpresa, inserita nell’elenco dei territori a moderato rischio Covid, la cosiddetta area gialla. Sullo sfondo lo scontro tra parti del governo Conte e il governatore Vincenzo De Luca. Quest’ultimo è intenzionato a non mollare.
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La Campania è stata camaleonte per un giorno: per tutta la giornata l'Italia è stata una mappa da colorare coi pennarelli, giallo, arancione, rosso. C'era pure il verde: troppo riposante, è stato messo da parte. Alla fine, alle otto di sera, quando ormai era consolidata l'idea nell'opinione pubblica e sui media (supportata da fonti di governo) che la Campania fosse zona arancione, Giuseppe Conte in diretta ha sparigliato tutto.

Campania faccia gialla e non in onore del patrono San Gennaro, ma in virtù – stando a quanto detto dal premier – di una serie di valutazioni che valutano la regione, insieme ad altre, a rischio moderato di contagio da Nuovo Coronavirus.

Possibile? La Campania delle file di ambulanze ai pronti soccorso, la Campania senza tamponi, senza posti letto, senza medici anestesisti e rianimatori, scarsa pure di bombole d'ossigeno, con una curva esponenziale dei contagi da settembre a oggi (che ha peraltro toccato record, quasi 4.200). La Campania emergenziale da sempre e in tutto, non è mai stata "moderata". Figuriamoci davanti al Covid.

Ieri, 3 novembre, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), diretta oggi da Enrico Coscioni, consulente proprio di De Luca, ha spiegato che col suo 44%, la Campania ha superato la soglia critica del 30% di occupazione delle terapie intensive. Oggi  il direttore Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, ha dichiarato che la Campania si attesta tra le regioni più colpite dal Covid, insieme a Lombardia e Piemonte. Il numero dei positivi sfonda quota 4mila. Precisamente: 4.181  su 21.684 tamponi esaminati. Il rapporto tra test e contagi è del 19,2.

Sono numeri altissimi e forse addirittura sottostimati: a dirlo è l'Istituto Superiore di Sanità nel suo dossier settimanale sulla pandemia. La Campania è prima in Italia per incremento percentuale positivi dice l'osservatorio indipendente Gimbe.

Occorrerebbe farsi anche questa domanda: se siamo così messi perché per mesi Palazzo Santa Lucia ha parlato di "miracolo"?

Stasera in Regione hanno appreso tardi e con enorme malcontento della decisione del governo di inserire la Campania nel rischio moderato. Dunque che è successo, perché qui cala il giottesco mantello di Giuda color giallo e non si illumina il colore dell'allarme per eccellenza, il rosso? In una giornata piena di false verità (pensate solo al sindaco di Napoli Luigi De Magistris che stamattina urlava ai quattro venti il lockdown) cercare di spiegarlo è quasi  un atto eversivo.

Nel tardo pomeriggio di oggi, quando era consolidata una certa divisione dell'Italia in aree (e la Campania era in quella arancione) spunta un violentissimo comunicato di Vincenzo De Luca che definisce il Dpcm  «una misura più che contro il Covid, contro il randagismo, visto che non interessa il 99 per cento dei cittadini» e punta l'indice accusatorio, dicendo che il governo si sta assumendo una grave responsabilità e che ha sottovalutato tutto.  Un'altra violenta invettiva contro Lucia Azzolina, ministra dell'Istruzione e poi la chiosa: «Non si decide nulla rispetto alle decine di migliaia di persone che, nei fine settimana, nelle domeniche, si riversano in massa sui lungomari e nei centri storici, senza motivi di lavoro o di salute, e nell'assenza di ogni controllo». Da quel momento in poi, cala il silenzio a Roma come a Napoli. E in pentola bolle qualcosa.

Alle 20.20, mai come oggi puntuale, parla Conte. Dice che secondo lui l'adozione di misure uniche è sbagliata. E sentenzia: Campania è zona gialla, rischio moderato (coprifuoco dalle 22, chiusura di bar e ristoranti alle ore 18 e così via).

Il governatore incassa, ma non passa un'ora che risponde a modo suo: anzitutto sul grande terreno di scontro col premier Conte e col Movimento 5 Stelle, ovvero le scuole chiuse. Dalla Regione trapela la notizia che domani uscirà una ennesima ordinanza per ribadire la chiusura delle scuole causa rischio contagi Covid, a dispetto di quanto prescritto nel Dpcm per la zona gialla.

Dunque De Luca non rispetterà il Dpcm ma l'ipotesi non era nemmeno quotata, per chi conosce il politico salernitano. Poi arriva l'altra stoccata: in Campania proroga fino al  7 novembre di due zone rosse nel Casertano, i popolosi comuni casertani di Orta di Atella e Marcianise in Campania dove c'è divieto di allontanamento dei residenti, divieto di accesso nel territorio comunale, sospensione delle attività degli uffici pubblici e delle attività commerciali.

Si attende venerdì per la consueta diretta video social del pirotecnico governatore ma il personaggio è quello che abbiamo imparato a conoscere: potrebbe anticipare le sue esternazioni a domani e dedicarle tutte al governo. Oggi paradossalmente De Luca ha spostato sul governo  e su Conte il malcontento di tutti quei cittadini della Campania che avrebbero voluto restrizioni maggiori.

Intanto da domani lo scafato politico salernitano potrebbe iniziare anche a muovere le pedine politiche per fare nuove pressioni su Palazzo Chigi. Ironia della sorte, proprio il figlio, Piero De Luca, parlamentare Pd, in questi giorni sta conducendo una battaglia contro le posizioni del premier sul Mes, il fondo salva Stati: «Non ci sono rischi ma solo benefici per Italia» sostiene.

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