Cosa vedere a Napoli in un giorno senza spendere molti soldi (a zero euro o quasi)
Cosa vediamo: Stazione dell’arte di Materdei, Cimitero delle Fontanelle (al momento chiuso), Palazzo dello Spagnuolo, Palazzo Sanfelice, Duomo di Napoli, Decumano maggiore, Chiesa del Gesù Nuovo, Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III, Castel dell'Ovo
Quanto tempo: 8-10 ore
Chilometri a piedi: 6,5
Prezzo pasto: 3 euro (unica spesa)
Visitare Napoli in un giorno? È possibile ed anche economico. La città è ricca di vicoli angusti, scale nascoste, luoghi d'arte dimenticati e leggende tramandate. Per questo abbiamo deciso di proporvi un itinerario che vi porterà alla scoperta di ciò che merita di essere visitato e contemplato. Che siate del posto oppure approdiate a Napoli per un viaggio, ecco il nostro percorso consigliato e low cost: si spende poco e niente se ci si accontenta delle bellezze naturali e se non ci si vuole servire della importante offerta gastronomica della città.
Attraverso le strade dei quartieri Materdei, Sanità e Vergini
Partiremo da una delle prime stazioni dell'arte, quella di Materdei, dove arriveremo prendendo la linea 1 della metropolitana. Scesi dal treno, saremo già completamente immersi in un tour immaginario accompagnati dai pannelli cromati di Lewitt e da serigrafie di Balatresi, Gili, Giovannoni e altri artisti. Usciti dalla stazione ci ritroveremo in piazza Ammirato, pedonalizzata e riqualificata tempo fa, dove ci imbatteremo in sculture e mosaici sfavillanti di Chia e Ontani.
Da qui, ci sposteremo a piedi lungo via Bartolomeo Caracciolo fino ad arrivare al cimitero delle Fontanelle, all'estremità del vallone naturale del quartiere Sanità (al momento il cimitero non è accessibile, lo sarà a breve con nuove visite guidate). Questo enorme ipogeo, dove l'ingresso è completamente gratuito, conserva i resti delle vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836 ed è noto per il rito delle "anime pezzentelle": il culto prevedeva l'adozione di un teschio da parte di una donna del popolo, con la speranza che una volta giunta in paradiso, l'anima defunta le potesse essere riconoscente.
Il tour del sito non durerà molto, così potremo spostarci dalla Sanità lungo la via omonima fino al quartiere dei Vergini, dove visiteremo il poco conosciuto palazzo dello Spagnuolo. Questo edificio fu costruito a partire dal 1738 per volere del marchese di Poppano, Nicola Moscati ed è caratteristico per gli ampi e numerosi archi che si intrecciano con l'andamento delle scale. L'architettura riprende quella del vicinissimo Palazzo Sanfelice, il cui nome deriva proprio dall'architetto Ferdinando Sanfelice che lo progettò.
Il Duomo di Napoli e l'incontro con la tradizione culinaria
Prima di pranzo avremo ancora il tempo di immetterci in una delle vie di maggiore rilevanza artistica di Napoli, via Duomo. Una volta attraversata piazza Cavour la troveremo di fronte a noi e la percorreremo fino ad arrivare alla cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta, meglio conosciuta come Duomo di Napoli. Ci aspetta una mescolanza di stili, dal gotico puro del IV secolo fino al neogotico dell'ottocento, ma il Duomo resta celebre per il rito dello scioglimento del sangue di San Gennaro che avviene, secondo i credenti, tre volte l'anno: il sabato che precede la prima domenica di maggio, il 19 settembre, giorno delle celebrazioni in onore del patrono, ed il 16 dicembre.
Dopo qualche chilometro a piedi e mezza giornata trascorsa in una delle parti più antiche di Napoli, potremo concederci il nostro pasto low cost: street food nel rispetto rigoroso della tradizione. A pochi passi dal Duomo si accede a via dei Tribunali, dove a meno di 100 metri potremo assaggiare uno dei piatti tipici più famosi di Napoli, la frittatina di pasta, esplosione di sapori che culminano nel cuore caldo composto dal più tradizionale dei ragù. Giusto il tempo di percorrere tutta via dei Tribunali, arriveremo a Port'Alba e ci troveremo davanti la vetrina dell'omonima pizzeria, considerata la più antica di Napoli, che ci imporrà una sosta per assaggiare la famosa pizza a portafoglio.
Dalla chiesa del Gesù nuovo fino alla Biblioteca Nazionale
Adesso si può ripartire, meglio se dopo un caffè espresso napoletano che renderà tutto estremamente più semplice. Da dove siamo scenderemo lungo via San Sebastiano, la strada nota per i suoi negozi di strumenti musicali a disposizione di chi studia nel vicino Conservatorio di San Pietro a Majella. Da qui incroceremo la cosiddetta Spaccanapoli, uno dei tre decumani che attraversa tutto il centro storico della città, e poco più avanti sulla destra si aprirà davanti a noi piazza del Gesù Nuovo dove si trova l'omonima chiesa, conosciuta anche come chiesa della Trinità Maggiore.
Entrarci è gratis e ci farà immergere in una delle più alte rappresentazioni di pittura e scultura barocca a cui hanno lavorato influenti artisti della scuola napoletana. Una volta usciti proseguiremo dritto, avremo di fronte la vista di Castel Sant'Elmo e i quartieri spagnoli e incroceremo via Toledo, una delle strade dello shopping napoletano.
Dopo così tanta arte è il momento di godersi una passeggiata tranquilla su questo enorme e frenetico snodo cittadino che collega il centro storico con la zona più vicina al mare. Arriveremo fino a piazza Trieste e Trento dove varrà la pena fare un'altra tappa: all'interno del Palazzo Reale è visitabile gratuitamente la Biblioteca Nazionale intitolata a Vittorio Emanuele III, terza biblioteca italiana, che conserva quasi due milioni di volumi, circa 20.000 manoscritti e più di 8.000 periodici.
Il Castel dell'Ovo e la leggenda legata al poeta Virgilio
Usciti da qui, avremo davanti la sconfinata piazza del Plebiscito, la attraverseremo ammirandone la bellezza e il respiro che concede alla vista che finalmente riesce a scrutare il simbolo di Napoli nel mondo: il Vesuvio. Costeggeremo il mare e ci faremo accarezzare dalla brezza marina che caratterizza il lungomare della città partenopea. A quest'ora il sole è già basso nel cielo ed è pronto a sparire dietro la collina di Posillipo, noi lo ammireremo dalle terrazze di un altro luogo simbolo di Napoli, il Castel dell'Ovo. Al momento l'accesso è interdetto per lavori in corso ma si può accedere all'area, gratuitamente attraversando una lingua di terra che separa via Partenope dal borgo marinaro.
Il nome della fortezza è stato associato ad una leggenda: pare che il poeta Virgilio nascose un uovo magico in un luogo segreto, finché quest'uovo fosse rimasto intatto, la città di Partenope e i suoi abitanti sarebbero rimasti incolumi da ogni avversità. La nostra giornata termina con il mistero di questo questo mito e con la luce del sole che lascia spazio all'imbrunire.