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Cosa sta succedendo ai Campi Flegrei dopo lo sciame sismico del 18 agosto

Le circa 120 scosse di terremoto in provincia di Napoli preoccupano la cittadinanza. I geologi spiegano che allo stato attuale non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema.
A cura di Redazione Napoli
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Gli oltre 120 eventi sismici registrati nella notte e all'alba di venerdì 18 agosto ai Campi Flegrei, area in provincia di Napoli che vede la presenza di una gigantesca caldera vulcanica, sono stati analizzati approfonditamente dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Gli epicentri sono localizzati nell’area Accademia-Solfatara (Pozzuoli).

Si tratta di uno sciame sismico e la cosa è ben chiara a tutti. Cosa sta succedendo? A parlarne è Mauro Di Vito, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV che rassicura circa i timori di evoluzioni «a breve termine» nella caldera.

La dinamica dei Campi Flegrei è costantemente monitorata dalle reti di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione Civile. I parametri geofisici e geochimici analizzati, sia in pozzo che nelle emissioni idrotermali, indicano il perdurare della dinamica in corso, con sollevamento del suolo, che presenta nell’area di massima deformazione al Rione Terra una velocità media di circa 15 mm/mese dagli inizi del 2023, e assenza di variazioni geochimiche significative nell’ultima settimana.

Anche l’analisi dei dati di deformazione planimetrica del suolo non mostrano variazioni significative rispetto alla caratteristica forma radiale dall’area centrale di Pozzuoli.

Allo stato attuale non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine, fermo restando che una eventuale futura variazione dei parametri monitorati (sismologici, geochimici e delle deformazioni del suolo) può comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità.

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