Cosa sappiamo del crollo alla Vela Celeste di Scampia: “Ci sono 800 persone da sistemare”

Chi era in casa al momento del crollo non può uscire: bisognerà costruire un percorso di sicurezza. Incertezza su dove ospitare gli sgomberati.
A cura di Antonio Musella
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La tragedia è avvenuta poco dopo le dieci e mezzo di sera nella Vela Celeste di Scampia, la più popolosa di quelle restanti. È qui che quasi 800 persone attendono la costruzione delle nuove case nell'ambito del progetto "Re-Start Scampia" che dopo l'abbattimento della Vela verde, dovrebbe prevedere proprio la demolizione di quella celesta, con la costruzione preventivamente delle nuove case. Un corridoio di ferro ha ceduto, è uno di quelli che attraversano gli interi blocchi delle Vele su ogni piano e conduce alle abitazioni, da cui si accede da successive passerelle in ferro.

Tutto sospeso in aria, in quella follia architettonica che voleva riprodurre i "vicoli" in palazzoni di cemento armato alti 14 piani. Al terzo piano un pezzo del corridoio in ferro ha ceduto, crollando su quello del secondo piano, che a sua volta è crollato su quello del primo piano, rovinando poi nell'area dei garage nei seminterrati.

Ad essere travolte sono state almeno 13 persone, uno, un ragazzo di 28 anni che lavorava in una macelleria, è morto sul colpo. Sono ad ora 2 le vittime accertate.  Sette bambini feriti e trasportati negli ospedali vicini. Il più grave in codice rosso è ricoverato all'Ospedale Santobono.

Un crollo a catena, la struttura va messa in sicurezza

Una dinamica di crollo a catena che ha riguardato però solo una parte dei corridoi in ferro che percorrono per centinaia di metri i piani della struttura. Poteva andare molto peggio ed il bilancio sarebbe potuto essere ancora più grave. Proprio per questo da subito le forze dell'ordine ed i Vigili del Fuoco hanno provato a mettere in sicurezza il perimetro. "Il crollo è stato a catena – ci dice Nicola Nardella, presidente della VIII Municipalità, arrivato sul posto pochi minuti dopo la tragedia – la dinamica andrà accertata bene, non sono in grado di individuare adesso i motivi del crollo, sappiamo solo che il bilancio è gravissimo".

Proprio sulla Vela celeste c'era in atto un cantiere che avrebbe dovuto rafforzare le paratie del piano terreno e i varchi di accesso. Parliamo di strutture con più di 40 anni ormai completamente fatiscenti che attendono da anni, tra ritardi e rinvii delle istituzioni, solo di essere abbattute per dare nuove abitazioni dignitose a chi ha abitato questi mostri di cemento. Sul posto dai primi momenti oltre al presidente Nardella ed a numerosi consiglieri della Municipalità, anche il consigliere comunale Rosario Andreozzi, poi raggiunto dalla vicesindaca Laura Lieto e dall'assessore alla Sicurezza Antonio De Iesu.

I rappresentanti del Comune nella notte non hanno rilasciato dichiarazioni. «Ora bisogna mettere in sicurezza la Vela, sgomberare le persone che corrono seri rischi e poi mettere in sicurezza l'area» spiega Nardella. Una situazione tutt'altro che semplice.

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Il problema di chi era in casa: non possono uscire

Il problema è che a cedere sono state proprio le passarelle che portano alle abitazioni. Pertanto chi era in casa al momento del crollo non può uscire. Sebbene l'ordine di sgomberare l'edificio sia già stato dato, è stato possibile solo impedire l'accesso a casa a chi era fuori dalla propria abitazione, chi invece era in casa dovrà attendere che i Vigili del Fuoco creino un percorso di sicurezza per poter abbandonare l'edificio. «Dopo il crollo bisogna fare delle verifiche strutturali per capire qual è il percorso di sicurezza per far uscire le persone dalle case» sottolinea Nardella.

E così in piena notte, la situazione alla Vela celeste è surreale, con gli abitanti fuori casa tenuti a distanza dalle forze dell'ordine, e chi è in casa affacciato al balcone in attesa di istruzioni. «Stiamo parlando di 800 persone circa» dice il presidente della Municipalità.

Il problema più grande sarà quello di capire dove sistemare questo numero enorme di persone. Nella notte sono giunti sul posto anche il sindaco Gaetano Manfredi ed il prefetto Nicola Di Bari, per capire come attuare al meglio il piano di evacuazione e quello di accoglienza. Difficile immaginare un luogo dove poter ospitare così tante persone. Bisognerà capire l'esito dei rilievi dei vigili del fuoco se arriveranno ad interdire tutto l'enorme edificio o solo una parte.

Intanto gli abitanti affranti ed increduli hanno passato la notte in macchina o ospiti di parenti. Il magistrato di turno è arrivato sul posto intorno all'1:30, insieme alla polizia Scientifica. Sarà lei a dover valutare la possibilità di mettere sotto sequestro l'area. Ed anche in questo caso bisognerà capire se l'intero edificio sarà messo sotto sequestro oppure solo una parte. Dubbi e interrogativi che dovranno essere sciolti per capire la portata dell'emergenza.

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