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Coronavirus, ristoratori contro De Luca: “Pochi 20 invitati a matrimonio. A rischio gli eventi”

Ristoratori e operatori del wedding contro il governatore De Luca per la nuova ordinanza anti-Covid su feste di matrimoni, comunioni, battesimi e lauree che prevede un massimo di 20 invitati per i ricevimenti e di 6 persone per tavolo. Il dispositivo sarà in vigore fino al 7 ottobre, ma si rischiano molte disdette, visto che molti, non avendo potuto celebrare la festa tra maggio e giugno a causa del blocco, hanno rinviato a dopo l’estate. La Regione Campania sta valutando un chiarimento. Confcommercio: “Ordinanza va ritirata”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“Con questa ordinanza rischiano di saltare decine di matrimoni ed eventi”. Ristoratori e operatori del wedding contro il governatore Vincenzo De Luca per la nuova ordinanza anti-Covid su feste di matrimoni, comunioni, battesimi e lauree che prevede un massimo di 20 invitati per i ricevimenti e di 6 persone per tavolo, possibilmente tutte imparentate tra loro. Il dispositivo sarà in vigore fino al 7 ottobre, ma si rischiano molte disdette, visto che molti, non avendo potuto celebrare la festa tra maggio e giugno a causa del blocco, hanno rinviato a dopo l'estate. La Regione Campania sta valutando la situazione e non è escluso che in giornata possa arrivare un chiarimento, almeno sul numero massimo di invitato consentito.

Wedding e Covid, l'ira di Confcommercio: “Ordinanza va ritirata”

“La nuova ordinanza del presidente De Luca – afferma il direttore generale di Confcommercio Pasquale Russo – decisa senza confrontarsi con le categorie, scarica ancora una volta completamente sulle imprese le necessità di tutela della salute provocando gravissime perdite in termini economici e occupazionali. Annullare feste e ricevimenti con più di 20 persone a prescindere dagli spazi disponibili travolge l'intera filiera del wedding e degli eventi, dai ristoratori ai fioristi, con centinaia di eventi già programmati e pagati che salteranno. Le aziende hanno fatto ordini che non potranno revocare e non si prevede alcun risarcimento”.

“Ciò significa – aggiunge – distruggere un'economia importante per la Campania che con grande difficoltà sta cercando di riprendersi. Oltretutto gli imprenditori hanno sostenuto sinora costi onerosi per i protocolli che rispettano scrupolosamente. Chiediamo dunque un passo indietro e un confronto per trovare le modalità migliori per contemperare le esigenze sanitarie con quelle imprenditoriali. Non si comprende perché non si possano tenere in sicurezza pranzi di matrimonio i quali non differiscono da una qualsiasi attività di ristorazione. Una misura sproporzionata così come il divieto per ristoranti e bar di far sedere al massimo 6 persone. Sono misure incomprensibili che penalizzano inutilmente i pubblici esercizi”.

Sulle barricate anche Luigi Vitiello dell'Unione regionale dei cuochi della Campania: “Non siamo untori – dice – Per bloccare la movida si colpiscono le cerimonie mettendo nuovamente in ginocchio un segmento della ristorazione che a fatica provava a ripartire. È assurdo. L'ordinanza 75 va ritirata. Il settore cerimonie e ristorazione non c'entra nulla con la movida. Con questo provvedimento che impone lo stop alle cerimonie con oltre 20 ospiti rischiano di fallire centinaia di aziende ristorative. Come cuochi campani siamo pronti a contrastare l'ordinanza in ogni modo”.

"De Luca esagera – aggiunge in una nota Asso Fiere – con il contingentamento di massimo 20 persona a cerimonia, se il fine è il distanziamento allora il parametro deve essere la capienza massima del locale che ospita la cerimonia e non un limite massimo uguale per tutte. Poi perché il virus si dovrebbe diffondere se si passeggia da solo all'aperto senza mascherina e non seduti al tavolo in pizzeria o al bar?".

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