Coronavirus Campania, martedì 27 ottobre 2.761 contagi e 20 morti: bollettino ufficiale
Aumentano ancora i casi di coronavirus in Campania: sono 2.761 i nuovi contagi emersi dalle analisi di 14.781 tamponi nelle ultime 24 ore in regione. Di questi, 112 sono i sintomatici, mentre 2.649 gli asintomatici. Ieri erano stati 1.981 a fronte di 11.569 tamponi analizzati. I guariti totali sono 9.907, mentre i decessi salgono a 607 con i 20 annunciati oggi: dato che però si riferisce a decessi avvenuti tra il 16 ed il 26 ottobre. Complessivamente, in Campania si sono registrati 43.355 casi positivi su 886.553 tamponi complessivi: resta inoltre la seconda regione d'Italia per numero di casi attivi, con 32.841 casi ed è la quinta regione per numero di casi totali, 43.355, sempre più vicina al Veneto ed all'Emilia Romagna.
Coronavirus in Campania: contagi, morti e guariti
Questi i dati comunicati dall'Unità di Crisi della Protezione Civile Nazionale sull'emergenza da coronavirus in Campania:
- Ricoverati in ospedale: 1.210 (+19)
- Ricoverati in terapia intensiva: 140 (+17)
- In isolamento domiciliare: 31.491 (+2.130)
- Attualmente positivi: 32.841 (+2.166)
- Guariti: 9.907 (+575)
- Decessi: 607 (+20)
- Casi totali: 43.355 (+2.761)
- Tamponi: 886.553 (+14.781)
Le misure: coprifuoco dopo le 23 e zone rosse localizzate
Il presidente Vincenzo De Luca, intanto, dopo aver confermato il coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino seguente, punta ora alle zone rosse localizzate: Marcianise ed Orta di Atella nel Casertano, così come Avella in Irpinia ed Arzano nel Napoletano, ma cresce la preoccupazione per i contagi proprio nel capoluogo partenopeo, che assieme alla sua provincia sta osservando una rapida e continua crescita del numero dei contagi. E non si placano, nel frattempo, le proteste soprattutto da parte dei commercianti, che si dicono danneggiati dal coprifuoco e dalle ordinanze restrittive che colpiscono soprattutto bar e locali. Ma se la curva dei contagi non dovesse invertire la rotta, il rischio di un lockdown sarebbe drammaticamente più alto di quanto non sia ora.