Conti correnti di Poste Italiane svuotati, le vittime lo scoprivano solo dopo molto tempo
Ci sono 48 indagati a Napoli dalla Procura partenopea, ma il meccanismo che ha consentito per anni di svuotare i conti correnti di ignari utenti di Poste Italiane era molto esteso, andava oltre. Italiani, albanesi e romeni nei guai al termine delle indagini che hanno identificato un esteso sistema di frodi bancarie e postali. I correntisti si vedevano prosciugare o alleggerire i conti correnti ma se ne accorgevano dopo molto tempo.
Almeno 50 i colpi tra il 2016 e il 2019; la truffa internazionale 2.0, è venuta alla luce grazie alla una denuncia presentata alla polizia postale di Genova da una azienda ligure attiva nel settore alimentare. I primi accertamenti hanno però condotto gli investigatori nelle province di Caserta e Napoli, dove, hanno accertato i carabinieri di Marcianise e la Polizia Postale con il coordinamento del pm di Napoli Claudio Orazio Onorati (del pool reati informatici) c'era la base operativa dell'associazione, divisa in quattro "cellule", tra loro collegate.
Dalla Spagna a Castel Volturno a Marcianise. In ogni gruppo i capi si occupavano di trovare i dealer delle compagnie telefoniche compiacenti e i money mules, coloro cioè che avrebbero poi dovuto ritirare il danaro. I reati contestati sono, a vario titolo, l'associazione a delinquere, il riciclaggio, l'accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, il possesso e fabbricazione di documenti di identificazione, la frode informatica, la contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione.
Ma qual era il sistema? Partiamo dalla fine. Per ottenere i soldi occorreva accedere illecitamente nei sistemi informatici di vari istituti di credito e di Poste italiane e disporre bonifici dai conti correnti di ignari titolari, inserendo coordinate bancarie ‘amiche' dove far confluire i soldi.
Tre i momenti chiave della frode: il primo consisteva nel procurarsi abusivamente dati, documenti e codici del conto intestato al cittadino individuato come vittima; quindi veniva isolata la rete telefonica dell'utenza intestata alla vittima e veniva effettuato, in un dealer compiacente, il trasferimento della linea su una nuova sim card attivata in un punto vendita mediante l'utilizzo di documenti contraffatti, su cui pervenivano i codici dei dispositivi di sicurezza del conto. I dealer altro non sono che intermediari che negoziano titoli o beni per conto della clientela e anche per conto proprio.
Ultimo passo: il bonifico su un conto riconducibile ai truffatori, con i soldi che venivano ritirati dai money mules che monetizzavano la truffa ritirando i soldi o facendo altri bonifici. Anche qui occorre spiegare il gergo: il "mulo" è il titolare di un conto bancario, che trasferisce denaro dal proprio conto corrente in cambio di contanti.
Le vittime sono state trovate in tutta Italia; a un correntista di Sorrento (Napoli) furono rubati 61mila euro. Nel corso dell'indagine sono state effettuate anche 35 perquisizioni in Italia, che hanno portato all'arresto in flagranza di 4 persone accusate di falso documentale, frode informatica, porto abusivo di armi e accesso abusivo a conti correnti. Durante i controlli, carabinieri e poliziotti hanno recuperato numerosi documenti e dispositivi informativi. Nei prossimi giorni il pm dovrebbe formulare le sue richieste di rinvio a giudizio.