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Contagi Covid in Campania, lieve risalita. Vaccino solo al 3% di anziani: i dati Gimbe

Lieve aumento della curva del contagio da Coronavirus in Campania: bene invece la percentuale di posti letto occupati. Solo il 3% degli anziani ospiti delle RSA della Campania ha ricevuto il vaccino. Sono i dati del report settimanale diffusi dalla fondazione GIMBE e relativa al periodo tra il 20 ed il 26 gennaio.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Lieve risalita della curva del contagio da Coronavirus in Campania, mentre si registra al momento una bassa percentuale di anziani vaccinati: solo il 3% degli ospiti delle RSA regionali. Questi i dati principali forniti dal report settimanale del GIMBE e che si riferiscono all'intervallo tra il 20 ed il 26 gennaio appena trascorsi. Nessun allarme per quanto riguarda l'aumento dei contagi, che sembra rispecchiare anche la media nazionale: ma il dato conferma anche l'andamento dei recenti bollettini epidemiologici pubblicati dalla regione Campania nell'ultima settimana.

L'incremento di casi è pari al 3,5% con una media di 1.090 casi ogni 100mila abitanti: due elementi che restano sotto controllo, come si evince dalla tabella GIMBE, soprattutto rispetto ad altre regioni. Peggiora, invece, il rapporto tra casi testati e positivi riscontratiL: la percentuale è infatti del 12,8%, con una media di 977 casi testati ogni centomila abitanti, anche questo un dato in peggioramento rispetto alla settimana scorsa. Va meglio, invece, la percentuale di posti letto occupati negli ospedali: 33% i posti occupati nei reparti ordinari dei Covid Center, e 16% complessivo nelle terapie intensive. Situazione sanitaria, insomma, che al momento appare pienamente sotto controllo in Campania.

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Per quanto riguarda i vaccini, la situazione è invece differente: stando ai dati GIMBE, questi sono stati utilizzati nel 69% dei casi per gli operatori sanitari e sociosanitari, mentre soltanto il 3% per gli anziani ospiti delle RSA regionali. La restante percentuale, pari al 28% complessivo, è stato somministrato a personale non sanitario. Un dato questo (che in altre regioni è ancora più alto), non fa sorridere. "In questa fase molto critica della pandemia segnata da continue rimodulazioni al ribasso delle forniture vaccinali, minacciata delle nuove varianti del virus e da una verosimile risalita della curva epidemica una volta esauriti gli effetti della “stretta” di Natale", ha spiegato il presidente della fondazione GIMBE Nino Cartabellotta, "è fondamentale che le poche dosi di vaccino disponibili siano utilizzate per proteggere chi lavora in prima linea con i pazienti e le persone più fragili, come previsto dal Piano vaccinale. Un obiettivo che, ad un mese dall’avvio della campagna vaccinale, è già stato parzialmente disatteso con inaccettabili diseguaglianze regionali, “agevolate” dall’assenza di un’anagrafe vaccinale nazionale", ha aggiunto Cartabellotta.

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