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Consigliere comunale ucciso, chiesto il giudizio per i mandanti dopo 16 anni

Chiesto il giudizio per Sergio Mosca e Vincenzo D’Alessandro: ritenuti ai vertici del clan di camorra di Castellammare di Stabia (Napoli), avrebbero ordinato l’omicidio di Gino Tommasino.
A cura di Nico Falco
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A 16 anni dall'agguato in cui venne ucciso Gino Tommasino, assassinato il 3 febbraio 2009 a Castellammare di Stabia (Napoli), il pm antimafia Giuseppe Cimmarotta ha chiesto al gup di Napoli Federica De Bellis il rinvio a giudizio per Sergio Mosca e Vincenzo D'Alessandro, ritenuti elementi di spicco del clan D'Alessandro e individuati, tra l'altro, come mandanti dell'omicidio del consigliere comunale del Partito Democratico. I due erano stati arrestati nel maggio 2024, insieme ad altre quattro persone, nell'ambito di una inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Luigi Tommasino, quel 3 febbraio, venne ucciso mentre era in automobile nel popoloso centro del Napoletano insieme al figlio di 13 anni, che rimase miracolosamente illeso. Sul movente non c'è ancora chiarezza: secondo quanto ricostruito dalla Dda il consigliere sarebbe stato in stretti rapporti con Mosca, suocero di Pasquale D'Alessandro, fratello di Vincenzo, che avrebbe deciso di ucciderlo perché spendeva indebitamente il nome del clan.

Il magistrato ha chiesto al giudice il processo con rito abbreviato, per altri capi d'accusa, per i collaboratori di giustizia Salvatore Belviso, Raffaele Polito e Renato Cavaliere; i tre sono anche loro coinvolti nell'omicidio di Tommasino, insieme a Catello Romano (per i quattro le condanne sono definitive). Nel procedimento in corso davanti al gup De Bellis si sta valutando la posizione di otto imputati, a giudizio, a vario titolo, per cinque omicidi e due tentati omicidi.

Per Belviso sono stati chiesti 14 anni di reclusione, 6 per Polito e 12 per Cavaliere. Il pm ha invece chiesto l'ergastolo per Antonio Lucchese, Catello Romano e Paolo Carolei; quest'ultimo, non coinvolto nell'omicidio Tommasino, è accusato di essere il mandante dell'omicidio di Federico Donnarumma, vittima innocente di camorra: l'uomo fu ucciso il 28 settembre 2008 a Gragnano (Napoli) insieme al vero obiettivo dell'agguato, Carmine D'Antuono; esecutore materiale sarebbe stato Romano. Le prossime udienze sono fissate per il 10 e il 17 marzo e ci saranno, tra l'altro, le discussioni delle difese degli imputati; la sentenza è attesa per il 17 marzo.

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